JESI – Passo avanti verso la concretizzazione delle ultime volontà di Daniela Cesarini e la realizzazione della casa famiglia per persone con disabilità che l’ex assessora ai servizi sociali aveva indicato come scopo della nomina a suo erede universale del Comune di Jesi. Quest’ultimo ha finalmente impegnato la cifra di 138 mila e 500 euro, parte dell’eredità Cesarini, per l’acquisto dalla proprietà della porzione di immobile dell’ex convento Giuseppine che sarà sede della struttura.
Il Comune acquisirà al costo di 500 euro al metro quadro una superficie utile lorda di 277 mq al piano terra dove realizzare quella «casa famiglia pubblica, preferibilmente vicino al centro storico, per disabili soli o con famiglie che non riescono più ad assisterli nel proprio domicilio», indicata da Daniela Cesarini prima di scegliere, nell’aprile 2013, il suicidio assistito in una struttura svizzera.
Ora si potrà procedere alla stipula degli atti di acquisto. Dell’immobile, denominato “complesso San Nicolò”, sono comproprietarie, ciascuna per una quota pari al 50%, due società la Unicos Srl e la Immobiliare Villa Antica Srl.
Le ditte hanno presentato un Piano di Recupero, adottato dalla Giunta, che prevede «la ristrutturazione interna del complesso; la ricomposizione volumetrica di corpi secondari incongrui rispetto all’impianto originario; la trasformazione dell’edificio al fine di ospitare residenze e servizi ed attrezzature di interesse locale e generale al piano terra».
La Casa famiglia dovrebbe avere spazio per cinque ospiti. Il progetto è stato adeguato alla normativa regionale, che definisce i requisiti minimi strutturali e organizzativi per l’autorizzazione delle strutture residenziali ricomprese nell’ambito dell’area disabilità. Ma non sono mancate perplessità sulla scelta effettuata e su criticità dell’immobile, espresse dal mondo dell’associazionismo attivo nel settore del supporto alla disabilità.
Sull’ex Giuseppine si sono trovati a convergere due progetti: la casa famiglia e il programma di costruzione in autorecupero che si è rivelato impossibile al San Martino. La proprietà dell’ex Giuseppine, rimasta con la struttura in mano e un piano di recupero bloccato, si è resa disponibile a dirottare qui il programma e a ospitare «nuove funzioni di pubblico interesse con cessione al Comune dei relativi spazi». Confermata dalla Regione l’assegnazione di 580 mila euro di contributo al progetto di edilizia in autorecupero jesino.
Il nuovo piano per le Giuseppine dovrà comprendere «sistemazione e cessione gratuita al Comune dell’area pertinenziale interna; cessione gratuita allo stato grezzo dei locali “ex cappella”; rimozione, con eventuale recupero delle cubature, dei corpi aggiunti secondari incongrui al fine di migliorare la percezione visiva dell’adiacente San Nicolò; realizzazione di un idoneo passaggio pubblico o d’uso pubblico di collegamento tra corte interna, Piazza Pergolesi e vicolo San Nicolò».