CASTELPLANIO – Conto alla rovescia per la presentazione alla città del progetto di un museo dedicato al noto infettivologo, morto per la Sars nel 2003, e illustre cittadino, Carlo Urbani. Sarà una giornata importante, quella di martedì 25 agosto, per l’Aicu (l’associazione Italiana Carlo Urbani nata per ricordare la figura del professionista sia dal punto di vista umano, sia professionale e scientifico), e per la comunità. Tra gli ospiti, il virologo Roberto Burioni e il presidente della Regione Luca Ceriscioli.
L’appuntamento è per le ore 21 in piazza della Libertà (in caso di maltempo alla sala polivalente). Qui l’ingegner Giacomo Giacomini, progettista del museo, svelerà insieme a Tommaso Urbani, presidente Aicu, gli aspetti salienti del nuovo museo che sorgerà nell’edificio che attualmente ospita l’associazione dedicata al medico.
Ad introdurre l’iniziativa – dove sarà garantito il distanziamento e distribuite mascherine per chi ne fosse sprovvisto – sarà il sindaco di Castelplanio Fabio Badiali. «Si tratta di una virtuosa collaborazione con la Regione e la stessa Aicu per offrire un punto di riferimento permanente ai tanti alunni che nelle scuole lavorano all’eredità lasciata da questa figura, sui temi dell’accesso ai farmaci essenziali, e ancora sulla necessità di assicurareformazione alle figure sanitarie dei paesi svantaggiatiì».
A suggellare la serata, il virologo Burioni che presenterà il suo libro Virus, la grande sfida, parte del ricavato sarà devoluta all’associazione dedicata a Carlo Urbani.
IL MUSEO
Il museo vuole proporsi in continuità con le numerose iniziative promosse dall’Aicu nelle scuole. Si tratta di una struttura che si propone di dare visibilità sia al medico Carlo Urbani sia alla cittadina di Castelplanio, paese di origine del professionista.
«Sempre con maggior frequenza medici da tutto il mondo, cittadini e maestre con le loro classi chiedono di conoscere il luogo dove ha vissuto Carlo per approfondire meglio la sua conoscenza. E dunque questo museo vuole proprio accentuare e valorizzare il legame tra il medico e il suo territorio, ma anche la sua apertura verso il mondo e verso gli altri. Oltre ad ospitare effetti personali e foto del professionista sarà dotato di innovativi strumenti tecnologici e digitali», spiega l’amministrazione.