JESI – «Abbiamo bisogno del totale sostegno della città di Jesi». Così Davide Fiordelmondo, lavoratore Caterpillar e componente Fiom Cgil della Rsu, intervenendo in Consiglio comunale. Il suo collega Domenico Acampora, componente Fim Cisl della Rsu, aggiunge: «Abbiamo una occasione storica per dimostrare che il lavoro non si può svendere così facilmente».
Nella seduta odierna (20 dicembre) del Consiglio comunale di Jesi, l’intervento dei rappresentanti di lavoratori e lavoratrici dello stabilimento jesino della multinazionale di cui è stata annunciata la chiusura. Assente il sindaco Massimo Bacci che, positivo e in isolamento a casa con i sintomi del Covid, non è potuto intervenire. Rinviata dunque l’interrogazione presentata sul tema dalla maggioranza con Nicola Filonzi (Jesiamo), alla quale il primo cittadino avrebbe dovuto rispondere.
A introdurre il tema Caterpillar in Consiglio, il presidente Daniele Massaccesi: «Deve essere una battaglia combattuta da tutti, la chiusura Caterpillar è un macigno arrivato addosso a tutta la comunità jesina, ai dipendenti e all’indotto. Si tratta di un’azienda con bilanci in utile, nulla faceva presagire una decisione irriguardosa nei confronti di chi lavora e del territorio intero».
Secondo Massaccesi, la vicenda deve essere «l’occasione per dimostrare comunione intenti da parte della città, il percorso sia unitario e seguito senza divisioni. Una vicenda che ricorda quella della Sadam, che venne trattata senza un vero coinvolgimento di tutti. Dimostrino compattezza la città e tutte le sue forze, alla manifestazione del 23 dicembre spero il Consiglio ci sia, senza divisioni».
Giovedì il corteo si formerà alle 16 a Porta Valle, in Piazza della Repubblica alle 17 gli interventi di sindacati e istituzioni. Alle 18 in Piazza Pergolesi il concerto dei “Sambene”, con testimonianze di lavoratrici e lavoratori (obbligo di mascherina e distanziamento). Massaccesi propone anche di arrivare ad un «un documento intorno al quale raccogliere adesioni e supporto degli altri Comuni del territorio».
Davide Fiordelmondo, da 24 anni in Caterpillar e da 14 delegato sindacale, ha ripercorso l’annuncio della chiusura e ricordato: «Siamo un’azienda leader a livello europeo del gruppo, fra le prime 100 per puntualità nelle graduatorie americane. Per Inail, che ci ha premiato, per sicurezza fra le prime 5 in Italia. Quella della proprietà è una scelta di speculazione azionaria e geopolitica, mai ci è stato posto un problema di costi. I terzisti possono risparmiare sui materiali, a noi non è mai stato reso possibile».
Dice ancora il delegato Fiom Cgil: «I cittadini di Jesi vivono quella che era la Sima come il Teatro Pergolesi o la Pinacoteca, un danno alla città la sua chiusura. Abbiamo bisogno anche di piccole cose: uno striscione sulla terrazza del Comune, spegnere per pochi minuti le luci di Natale. Per far capire a chi vede che durante le Feste c’è chi soffre ingiustamente e lotta un per posto di lavoro». Ricorda inoltre Fiordelmondo: «Sette, otto anni fa Caterpillar ha ampliato il capannone di Jesi con la promessa di assunzioni molto più ampie di quanto sia avvenuto. Avevamo detto al sindaco di fare attenzione».
Donato Acampora dice: «Per noi non esistono maggioranza o minoranza ma la politica, quella che riesce a mettere in campo azioni possibili e utili. L’invito ci ha fatto piacere, all’inizio si parlava di una certa distanza da parte del Comune e invece calore e vicinanza sono importanti in questa fase. Una spinta forte la chiediamo anche ad altri Comuni. La pressione maggiore può farla la Regione, personalmente ho dubbi che la vertenza arrivi a Roma. Nell’apertura della procedura si dice di 189 licenziamenti di personale a tempo indeterminato e al Mise se ne parla dai 250 in su. Noi siamo 267 coi tempi determinati, con mensa e ditte esterne circa 280. A me piace parlare non di numeri ma di famiglie».
Rammenta Acampora: «Questa azienda non sta fallendo, non sta passando la produzione a chi lavora per meno stipendio. Ho il sospetto che il nostro lavoro andrà in Germania, dove le paghe sono le più alte d’Europa ma dove un terzista cinese può utilizzare materiali pessimi, mai concessi a noi che abbiamo sempre utilizzato un acciaio di prima qualità su indirizzo Caterpillar. Per questo i loro possono essere prezzi più bassi. Se questo è il problema costi, serietà sarebbe stato mettersi a un tavolo a parlarne. Andava fatto due anni fa, quando Caterpillar probabilmente ha iniziato a pensarci. Anche qui è possibile lavorare col 25% di costi in meno. Per il 2022 ci chiedevano di passare da 176 mila a 191 mila cilindri: ci stavano chiedendo di aumentare il lavoro».
Amareggiato il vice sindaco Luca Butini che parla di «tradimento». Dice Butini: «Jesi e la Caterpillar, già Sima, erano una coppia che si era rinforzata nel 2014, quando l’amministrazione si vantò con se stessa e la città di essere stata brava a favorire l’ampliamento della struttura di Jesi, favorendone un vantaggio competitivo. Accompagnai il sindaco Bacci a raccogliere apprezzamento e ringraziamento dell’azienda per la bella figura fatta con Caterpillar a livello internazionale. Lo coltivammo, ad esempio pochi mesi dopo quando grazie alla bontà del rapporto con Caterpillar usammo fra i primi lo strumento dell’Art bonus per il recupero di una pala del Lotto. Ora si è consumato uno strappo, senza rispetto dell’etica nel rapporto fra le persone e che ha già lasciato una ferita. Jesi è disponibile soluzione ad una soluzione che almeno consenta a entrambi di continuare a operare in modo soddisfacente. C’è sdegno per questo tradimento».
Domani 21 dicembre di Caterpillar, presente l’azienda, si torna a parlare in Regione.