Jesi-Fabriano

Chiaravalle: acqua gelata e stanze fredde. I genitori ritirano i piccoli figli da un asilo privato

Il Bosco Incantato, asilo privato di via Che Guevara, non sarebbe a norma. I genitori protestano duramente: «Disservizi diffusi, hanno lavato i nostri bambini con acqua gelida». La titolare si difende

L’interno dell’asilo di Chiaravalle

CHIARAVALLE – Acqua gelata che esce dai rubinetti, ambienti gelidi come fossero igloo, intonaci che cadono dai soffitti, fessure sui pavimenti. Non è la descrizione di una vecchia caserma in dismissione ma quella di un asilo nido privato di Chiaravalle, Il Bosco Incantato in via Che Guevara.

Una situazione talmente grave e pesante da indurre molti genitori dei piccoli bambini a ritirarli dall’asilo e a tenerli a casa con dispendio di risorse ed economico visto che spesso i genitori sono entrambi lavoratori. Le mamme si sono rivolte a consulenti e non lesinano critiche a Chiara Pace, titolare della struttura, che sembrerebbe tra l’altro anche non in regola ad ospitare un asilo nido e dei bambini piccolissimi.

«Da fine luglio mia figlia che ha un anno frequenta l’asilo privato – dice una mamma – e all’inizio tutto sembrava andasse bene. Il 6 novembre scorso, però, abbiamo ricevuto un messaggio in cui la titolare della struttura ci metteva al corrente di un guasto alla caldaia, dicendo che si sarebbe subito adoperata per farla aggiustare e nel frattempo avrebbe risolto provvisoriamente la situazione con un termoconvettore».

Un rimedio che però alle mamme è sembrato  insufficiente. «Uno o due termoconvettori non possono riscaldare un locale così ampio che è diviso in 4 stanze: la cucina, il bagno dove i bimbi vengono cambiati, la stanza della nanna e quella dei giochi. Una sera sono andata a prendere mia figlia e l’ambiente era freddissimo; ho pensato che la caldaia non fosse mai stata in realtà funzionante e la maestra ha ammesso che in effetti quella era la pura verità. Le due giovani maestre, invece, si sono dimostrate eccezionali e hanno sempre tutelato i nostri bambini. Quando abbiamo visto che non si stava facendo nulla per risolvere il problema – dice un’altra giovane madre – abbiamo protestato e abbiamo avuto un incontro con la titolare. Siamo trasalite nell’apprendere che l’asilo è praticamente abusivo; in quello stabile non avrebbe mai dovuto esserci, nonostante ci sia anche un’autorizzazione del comune. Ci chiediamo chi controlla e come è possibile far aprire un asilo con bambini di un anno in un locale non a norma. I nostri figli sono stati lavati per mesi con acqua gelata, in un posto dove ci sono intonaci che cadono e fessure sui pavimenti. Due giorni fa il termometro che una maestra si era portata da casa segnava 12 gradi: una cosa incredibile».

Il termometro interno dell’asilo segna soli 12 gradi

Vista la situazione molti genitori hanno portato via i figli. Fino a due mesi fa c’erano oltre 10 bambini ora solo un paio. E anche una maestra proprio ieri ha presentato la lettera di licenziamento. «Delle maestre possiamo solo parlar bene, hanno fatto di tutto per i nostri bambini. Ora siamo in difficoltà perché tutti i genitori lavorano e abbiamo deciso di ospitare a turno alcuni bambini durante il giorno in ogni famiglia perché in quel posto non vogliamo più mandarli. Ieri hanno addirittura detto che si sarebbero serviti di una stufa a gas con tanto di bombola per riscaldare gli ambienti: siamo alla follia». Chiara Pace preferisce non parlare e rimanda all’avvocato Giulio Torelli per ogni chiarimento.

Fessure sul pavimento dell’asilo

«Capiamo i genitori – dice il legale – ma la mia assistita non ha responsabilità. Cercava un immobile per aprire la sua attività e l’amministratore del locale, ing. Mirco Mosconi, le aveva garantito che non ci sarebbero stati problemi ed invece l’edificio era stato concesso in locazione finanziaria da ICREA BancaImpresa alla società ESE, amministrata dall’ing. Mosconi. A settembre, la società di leasing comunicava improvvisamente ed inaspettatamente a Chiara Pace che il contratto di locazione finanziaria era risolto e che la stessa doveva lasciare libero l’immobile entro 15 giorni. Nel frattempo si è verificata la rottura della caldaia, che ovviamente la società di leasing non intende pagare. La signora Pace comprende e si scusa per i disagi arrecati alle famiglie, capisce i loro timori, ma tiene a sottolineare con forza che la situazione è stata causata da comportamenti di terzi nei confronti dei quali si riserva di agire in ogni opportuna sede, che i genitori sono stati costantemente tenuti informati degli sviluppi della vicenda, che mai i bambini sono stati tenuti al freddo e che è stato sempre garantito idoneo riscaldamento e acqua calda nei servizi igienici».