CHIARAVALLE – In tanti aspettavano un testo sulla storia di Chiaravalle, un libro sobrio e di facile consultazione che però fosse ben scritto e contenesse puntuali riferimenti storici. “Chiaravalle, una città nella storia”, scritto da Carlo Vernelli, è il libro che colma la lacuna. Un volume scritto bene, in maniera agile e snella, che racconta in modo completo e puntuale la nascita e la lenta evoluzione di Chiaravalle nei secoli, dai primi misteriosi insediamenti dell’età del Bronzo all’avvento dei Cistercensi, dalla Manifattura ai giorni nostri.
Il lavoro meticoloso intrapreso da Carlo Vernelli, attento e sensibile storico locale, e pubblicato da Grilloparlante, viene presentato domani, sabato 2 settembre alle ore 18,30, all’interno della Festa dello Spazio Rosso, in Via Toti. Nell’occasione l’autore dialogherà con il giornalista Matteo Belluti mentre anticipa a Centropagina contenuti e forma del volume.
Vernelli, come è nata l’idea di scrivere “Chiaravalle, una città nella storia?”
«Enrico Guida, titolare della libreria Il Grillo Parlante mi ha spronato dicendomi che in molti, ospiti della città, turisti ma anche parecchi chiaravallesi, desideravano leggere una storia completa della città che non fosse scritta in modo ampolloso ma risultasse di lettura agile e leggera. Dalla collaborazione con Enrico Guida è nata quindi l’idea del libro».
Come è stato pensato il libro?
«Lo abbiamo suddiviso in due parti: nella prima si ripercorre la trattazione cronologica e sintetica dei principali fatti che hanno segnato la storia di Chiaravalle e nella seconda, più corposa, attraverso delle schede si approfondiscono le storie di luoghi, personaggi e fatti interessanti, curiosi, spesso divertenti che restano impressi nella memoria».
Le schede di approfondimento a chi sono dedicate?
«Sono una trentina e sono dedicate a singoli argomenti: si va da momenti storici, monumenti ed edifici a personaggi celebri e non. Era giusto anzi doveroso parlare e scrivere dell’abbazia, del viale della Manifattura, del villino Marulli sede della biblioteca comunale costruito dall’architetto che edificò la Casa Rosada a Buenos Aires. Poi i ritrovamenti dell’età del Bronzo, alle piazze e alle vie principali».
E quali sono i personaggi che sono stati studiati con maggior attenzione e cura dei particolari?
«Alcuni era facile seguirli, come Maria Montessori o Guido Molinelli o Feliciano Novelli, il garibaldino dei Mille che ha vissuto gli ultimi venti anni della sua vita a Chiaravalle, che era nato a Castel d’Emilio, era vissuto ad Ancona ed aveva partecipato a molte spedizioni con Garibaldi, tra cui quella leggendaria dei Mille. Anche altri due dei Mille sono vissuti a Chiaravalle. Novelli è il trisavolo di Andrea Giancarli, apprezzato bibliotecario charavallese».
Durante lo studio preparatorio per il libro, ha scovato qualche cosa che l’ha particolarmente sorpresa o incuriosita?
«Ci sono diversi aneddoti ma una cosa che mi hanno segnalato mi ha colpito particolarmente: una lapide in una piccola casa di via Fabriano. Quella piccola casa l’aveva fatta costruire negli anni Trenta un ingegnere dell’Agip, originario di Montecarotto, che si era ritirato lì a vivere gli ultimi anni. Alla morte della moglie, l’ingegnere non avrebbe retto alla disperazione ed al dolore tanto da suicidarsi. La lapide che ancora è visibile è in memoria sua. Poi, il rinvenimento della più piccola casa di Chiaravalle ancora rimasta in piedi: è in via Toti, vicino a Spazio Rosso ed è una casetta caratteristica dell’Ottocento che è una sorta di cubo di 4 metri di lato. Queste piccole costruzioni di 4 metri per 4 le ho trovate in varie località: i comuni concedevano piccoli appezzamenti di terra, allora misurati in “palmi”, dove venivano edificate piccole case con una stanza al piano terra ed una al primo piano collegate da una scala interna e magari ci accoglievano anche galline e un somaro».
Il libro di Carlo Vernelli, “Chiaravalle, una città nella storia”, è in vendita presso la libreria Il Grillo Parlante e costa 12 euro.