CHIARAVALLE – Nella giornata del 1 dicembre , con ulteriori approfondimenti conclusisi nella giornata di ieri 11 dicembre, personale di Polizia del Commissariato di Jesi, unitamente alle unità cinofile antidroga di Ancona, personale medico del dipartimento di prevenzione/servizio igiene alimenti di origine animale e della polizia municipale del Comune di Chiaravalle, coordinati dal Dirigente Vice Questore dottor Paolo Arena, ha proceduto a congiunti controlli amministrativi in due esercizi commerciali insistenti nel comune di Chiaravalle, rientrante nella competenza amministrativa del Commissariato di Jesi, rilevando e contestando alcune violazioni.
In uno dei bar, all’atto del sopralluogo, si rilevava la presenza di una piastra a induzione, di alcune confezioni di pasta secca e cartellonistica indicante la possibilità di richiedere primi piatti pur non essendovi autorizzazione trattandosi di bar e non ristorante. I cartelli relativi al monitoraggio degli infestanti, non erano collocati in corrispondenza dei dispositivi atti a tale scopo. Lo spazio destinato a magazzino di prodotti alimentari confezionati e non deperibili risultava ingombro di vari materiali promiscui, anche non inerenti all’attività, che non permettevano un’adeguata pulizia e sanificazione. Si riscontravano nel locale di somministrazione materiali utilizzati per la pulizia non adeguatamente stoccati in apposita area dedicata. Al momento del controllo, il titolare non era in grado di esibire il manuale di autocontrollo aziendale (HACCP), poiché a suo dire lasciato all’interno di un furgone. Il titolare veniva pertanto diffidato ad esibire il manuale nel giorno successivo e ad adempiere a tutte le prescrizioni impartite in riferimento alle irregolarità riscontrate. Veniva , all’esito dei controlli, adottato un provvedimento di sospensione con divieto immediato relativo all’attività di preparazione alimenti cotti in riferimento alla carenza del requisito delle condizioni strutturali e delle attrezzature per assenza di spazi ed attrezzature adeguate, con sanzione amministrativa pecuniaria di mille euro e scheda accertamento inadeguatezze e tempistica per la risoluzione delle non conformità minori.
Nel secondo dei locali all’atto del controllo il deposito interrato destinato allo stoccaggio di bevande e alimenti confezionati , si presentava in precarie condizioni strutturali per il distaccamento dell’intonaco delle pareti, per la presenza di scaffalature con ruggine, materiali promiscui non pertinenti all’attività, per mancata copertura dei motori relativi ai macchinari del locale laboratorio.Nel locale interrato, destinato a magazzino di prodotti alimentari, non erano presenti dispositivi di monitoraggio degli infestanti. Le attrezzature ed i dispositivi impiegati per la pulizia e la sanificazione non risultavano essere stoccati in apposita area dedicata. Veniva riscontrata la presenza di semilavorati, sia cotti che crudi, allo stato di congelamento in due pozzetti collocati nel locale interrato destinato allo stoccaggio alimenti. Dalla consultazione del manuale di autocontrollo aziendale, non emergeva una procedura riguardante l’abbattimento di semilavorati inoltre, era del tutto assente l’abbattitore. Considerato ciò, si procedeva al sequestro amministrativo cautelare della merce contenuta nei pozzetti (pesce, pasta, carni varie) con affidamento in custodia alla proprietaria per la successiva distruzione essendo ipotizzabile il rischio per la salute degli avventori. Veniva adottato un atto di prescrizione per implementare nel manuale di autocontrollo la procedura operativa atta a garantire che i prodotti alimentari che devono essere conservati a bassa temperatura, vengano raffreddati il più rapidamente possibile nell’ultima fase di preparazione e/o al termine del trattamento termico dotandosi di attrezzature adeguate per l’abbattimento rapido delle temperature. Veniva elevata una sanzione amministrativa pecuniaria di 2mila euro e predisposta scheda di accertamento inadeguatezze e tempistica per la risoluzione delle non conformità minori.
Da un attento sopralluogo dei locali, gli agenti operanti si accorgevano della presenza di una porta occultata da una paratia a mò di disimpegno. Tale porta, conduceva nel retro esercizio e a spazi privati non aventi a che fare con l’esercizio, consentendo, altresì, un’uscita secondaria dal locale in contrasto con i criteri della sorvegliabilità degli esercizi pubblici. Come da normativa vigente, i locali all’interno dell’esercizio non devono mai essere intercomunicanti con abitazioni o con altri locali destinati a diverse attività allo scopo di evitare che persone ed eventuali traffici illeciti possano essere trasferiti dal pubblico esercizio a locali laterali, sottostanti o sovrastanti a quest’ultimo e di questo non facenti parte. Pertanto, a seguito di accertamenti ulteriori, si procedeva alla diffida al proprietario del locale a procedere ad opere di adeguamento con tempestiva chiusura della porta de quo.