CHIARAVALLE – Convalidato in carcere l’arresto del 91enne Mario Rosati dal Gip Antonella Marrone. L’anziano era stato ristretto a Montacuto dopo aver sparato con un fucile da caccia calibro 12, al figlio Renato, 66 anni, lo scorso martedì mattina, 5 maggio. Deve rispondere delle accuse di tentato omicidio aggravato, porto abusivo di arma da fuoco e ricettazione.
Per lui, comunque, le porte della prigione si aprono, data l’età avanzata, con il trasferimento a una struttura sanitaria. Inapplicabile la detenzione domicliare perché l’anziano risiedeva – assistito da una badante – vicino al figlio contro il quale ha esploso i colpi di fucile sul vialetto vicino casa in viale Marconi.
Mario Rosati, difeso dall’avvocato Maurizio Barbieri, avrebbe riferito al Gip che non era sua intenzione sparare per uccidere – il colpo che ha ferito di striscio il figlio, curato e poi dimesso dall’ospedale di Jesi “Carlo Urbani”, è stato deviato dal volante dell’auto – ma il suo solo scopo era quello di spaventare il congiunto. Un colpo accidentale, insomma. Ma si dovrà valutare, secondo la difesa, la sua reale capacità di intendere e di volere.
Una reazione, dopo anni di diatribe, legata anche a fattori economici: l’impossibilità di continuare a pagare un assegno di 400 euro mensili alla ex moglie a fronte di una pensione di poco superiore a quella cifra.