CHIARAVALLE – Il 17 gennaio per Chiaravalle e i chiaravallesi riveste da sempre un’importanza significativa. È sinonimo di festa perché è il giorno della fiera di S. Antonio, è una giornata di gioia e di spensieratezza perché corso Matteotti e le vie limitrofe del centro storico sono piene di ambulanti con le loro bancarelle, è giorno di vacanza per gli alunni e gli studenti delle scuole locali ma è anche una giornata velata dalla tristezza e dal dramma da quel 17 gennaio 1944 quando sei bombardieri americani sganciarono il loro carico di bombe sul centro storico della città causando 180 vittime che erano per le strade a festeggiare. Anche ieri la città era in fermento: erano attese 350 ambulanti e fin dal mattino la gente si è riversata per le strade del centro.
Il clima mite del mattino però veniva rotta da pioggia mista a neve che sembravano scoraggiare gli avventori e all’ora di pranzo le strade erano quasi deserte con diversi ambulanti che hanno preferito togliere la merce dai banconi. Nel primo pomeriggio però il cielo si è rasserenato e la gente è tornata ad affluire copiosa nelle vie del centro storico. Rinnovato il rito della distribuzione del pane benedetto nella casa rosa della parrocchia. Fin dal primo mattino i volontari hanno distribuito il pane di Sant’Antonio, benedetto dai sacerdoti, un evento che richiama tanta gente ed a cui partecipano con piacere i chiaravallesi che amano imbandire la tavola con pane e ciambelle benedetti. In serata, davanti alla chiesa, si è svolta la tradizionale benedizione degli animali. Alle 10 la messa, officiata dal parroco don Giuseppe Giacani, in suffragio delle vittime del bombardamento, seguita dalla deposizione di una corona d’alloro alla memoria dei caduti in Largo 17 Gennaio a cui hanno preso parte il sindaco Damiano Costantini, il maresciallo Domenico Maurelli, comandante della locale stazione dei carabinieri e diversi altri cittadini. Il pensiero di molti è volato a quel lontano 17 gennaio 1944 quando i bombardieri partiti dalla base di Pompei, sopra gli obiettivi primari di Sulmona e Giulianova avevano trovato il cielo denso di nubi ed avevano così fatto rotta su Chiaravalle, considerato un obiettivo secondario, dove c’era un bel sole che in 180 hanno visto per l’ultima volta splendere nell’azzurro del cielo.