Jesi-Fabriano

Chiaravalle, Rifondazione Comunista denuncia «Lo scippo di Multiservizi»

Il Partito della Rifondazione Comunista accusa l'amministrazione comunale di chiusura e mancanza di partecipazione su aspetti fondamentali della vita cittadina come il passaggio delle quote del settore energia alla società Extra

Piazza Garibaldi, l'abbazia e il chiostro a Chiaravalle

CHIARAVALLE – Qualche giorno fa l’assemblea di Multiservizi, composta dai sindaci della provincia di Ancona, ha deliberato a maggioranza la scelta di conferire le quote del settore energia, già in Edma, alla società Extra, colosso interregionale nel settore dei servizi pubblici, con particolare vocazione in quelli dell’energia.

Uno scorcio di Corso Matteotti a Chiaravalle

«Con questa operazione, visto che Multiservizi sarà socio di minoranza – affermano gli aderenti al circolo locale di Rifondazione Comunista i comuni della provincia cedono la loro capacità di indirizzo e di controllo a due nuovi padroni: la società Extra, che ha il cuore e la direzione strategica fuori dal nostro territorio e la borsa, visto che si andrà con questa nuova società verso la quotazione, quindi, tutti gli strumenti necessari a questa attività, in particolare le reti distributive, passeranno sotto i due nuovi padroni. Un’operazione e una scelta che avrebbe richiesto un percorso di informazione alla cittadinanza, un confronto con le forze sociali del territorio, il coinvolgimento dei consigli comunali. Purtroppo a Chiaravalle non è stato così. In alcuni territori c’è stata una riflessione critica puntuale ed attenta, tanto che alcuni importanti comuni hanno votato contro (Castelfidardo, Fabriano, Jesi) altri si sono astenuti (Falconara e Monsano), in altri la dialettica è stata bipartisan e diversi consiglieri comunali, pur in maggioranza, hanno espresso voto contrario o si sono astenuti. Così non è avvenuto a Chiaravalle – denuncia Rifondazione Comunista – visto che il consiglio comunale non ne ha mai discusso, le commissioni non sono state investite e, soprattutto, le rappresentanze sociali e la cittadinanza sono stati esclusi, tanto che ci chiediamo con quale mandato abbia partecipato e si sia espresso il rappresentante della nostra amministrazione. Non è la prima volta che scelte importanti per la città scontano un deficit grave di informazione e di coinvolgimento della città, un vulnus che va curato e che è propedeutico ad ogni confronto e progetto per il futuro».