CHIARAVALLE – Poche ore fa il Questore di Ancona ha emesso la misura di prevenzione del Dacur, su proposta del Comando Stazione Carabinieri di Chiaravalle, nei confronti di un uomo, italiano di circa 60 anni.
L’uomo, già noto ai poliziotti, era stato già deferito per delitti contro la Pubblica Amministrazione e per la violazione delle norme concernenti la prevenzione dell’alcolismo. La misura di prevenzione è scattata a seguito della reiterazione di alcuni episodi che hanno ingenerato forte senso di insicurezza e di timore nei cittadini. In particolare l’uomo, nei pressi di un pubblico esercizio a Chiaravalle, in evidente stato di ebbrezza alcolica aveva creato momenti di tensione dopo aver infastidito e poi aggredito verbalmente gli avventori del bar ed alcuni passanti che lì si trovavano per caso, urlando nei loro confronti. Anche dopo l’immediato intervento delle Forze dell’Ordine l’uomo aveva mantenuto un atteggiamento minaccioso e provocatorio, rifiutandosi di fornire le proprie generalità.
In considerazione della reiterata violazione delle norme di convivenza civile messa in atto dall’uomo e considerando la sua pericolosità sociale per l’ordine e la sicurezza pubblica dettata dal comportamento che ha posto in essere, soprattutto in un’area frequentata da cittadini e da passanti che hanno avvertito un senso di timore per la presenza del soggetto, il Questore di Ancona ha emesso e firmato poco fa la misura di prevenzione prevista dal D.L. n. 14 del 2017, con la quale vieta al soggetto, per un anno, l’accesso all’esercizio pubblico teatro dell’episodio ed a tutti i pubblici esercizi o locali di pubblico trattenimento situati nelle vicinanze, avvisandolo che nel caso in cui violi il prescritto divieto verrà applicata una misura più grave.
Il Questore di Ancona: «È fondamentale continuare a garantire ed assicurare l’ordine e la sicurezza dei cittadini nei luoghi del vivere quotidiano, per preservare la comunità da eventi violenti e reati che denotano condotte antisociali. Le piazze, i nostri quartieri, i locali pubblici devono essere punti di incontro, non il pretesto per scaricare aggressività senza controllo».