JESI – JCube potrebbe proseguire l’attività altrove. Fuori da Jesi e, forse, dalle Marche. Il gruppo Maccaferri, che ha finanziato l’incubatore di imprese, insediandolo a Jesi nell’ambito della riconversione ex Sadam, e lo ha messo in liquidazione lo scorso dicembre, starebbe tentando – se sarà possibile – di non disperdere quanto costruito in questi anni con le startup innovative.
L’Università Politecnica delle Marche è fra i partner fondatori dell’incubatore e molti neolaureati hanno trovato proprio opportunità lavorative nella struttura di via della Barchetta. La situazione della multinazionale emiliana, al momento, non è delle più rosee ed è difficile azzardare previsioni.
Intanto, a Jesi il dibattito prosegue. Andrea Binci del Pd ha presentato un’interpellanza, da discutere giovedì 27 febbraio in consiglio comunale, per chiedere delucidazioni al sindaco Bacci sulla messa in liquidazione di JCube.
«La liquidazione della società – osserva l’esponente democrat – rappresenta una grave perdita per il nostro territorio, anche perché viene a mancare un importante attore per la ricerca lo sviluppo e l’innovazione. Tale decisione desta preoccupazione circa gli impegni che il gruppo Maccaferri si era assunto a seguito dell’accordo di riconversione dell’ex zuccherificio. Della liquidazione di JCube, fra l’altro, non è stata data comunicazione del consiglio comunale dello scorso 23 gennaio. Quali sono le motivazioni che hanno determinato tale scelta e come l’amministrazione comunale intende trattare il sostegno delle startup innovative nel nostro territorio, a seguito di tale chiusura?».
Il sindaco Massimo Bacci si è già espresso in merito, ma potrebbe aver raccolto nel contempo ulteriori informazioni. «Era una delle pochissime attività che si erano consolidate successivamente alla chiusura dello zuccherificio e aveva ottenuto risultati importanti a livello nazionale. L’incubatore era interamente finanziato dal gruppo Maccaferri. Hanno provato a trovare delle alternative, ma non credo ci siano ancora riusciti. Mi auguro che questa esperienza possa continuare. Jesi perde un’opportunità, i giovani laureati in particolare».