JESI – Non è uno dei suoi scherzi, una delle sue battute che tanto suscitavano ironia in chi lo ascoltava. Stavolta è vero, una terribile verità. Ci ha lasciati Franco Morici, detto “Zizzo”. Professore di educazione fisica all’Istituto tecnico commerciale “Cuppari” di Jesi, insegnante poliedrico, innamoratissimo della sua famiglia e della sua città, dello sport (calcio). Ma anche attore, poeta dialettale, grande personaggio jesino. Uno di quelli della tempra di Martin Calandra (Ezio Felicetti), di Lello Longhi (Aurelio Longhi). Diplomato all’Accademia di arte drammatica di Roma, ha vissuto per alcuni anni nella Capitale.
Uomo di strada ma anche di palcoscenico, la sua scomparsa – avvenuta questa mattina a 87 anni all’ospedale Carlo Urbani dove era ricoverato – lascia un grandissimo vuoto in quanti lo hanno conosciuto e amato. La notizia, terribile, è rimbalzata sui social attraverso un post di saluto di una delle figlie, Gioia, collega giornalista che ha nelle vene la stessa verve del papà Zizzo.
«Questa mattina mio padre, Franco Morici (detto “Zizzo”), ha lasciato questo mondo per riabbracciare la sua adorata mamma, Caterina, e gli amici che lo hanno preceduto, costantemente nel suo cuore fino alla fine. Finché ha potuto ha chiesto notizie della sua amata città, Jesi, dei suoi ex alunni e di quanti lo conoscevano, raccomandandosi con tenerezza: “Salutami tutti”». Salutami tutti, lo faceva sempre Franco. Quando incontrava gli ex alunni per strada o quando, complice la sua Gioia, gettava in pasto ai social improvvisate foto casalinghe: non sapeva esattamente cosa fosse quel pentolone di Facebook né a cosa servisse, ma chiedeva “salutami tutti”. Era così Franco. Genuino, pimpante, verace. Jesino doc, di quelli che o ti amano o ti odiano, e che comunque e sempre ti mettono nella sua speciale lista personale dei bravi o degli “str…”. Non si scappava.
Proveniva dal quartiere di San Pietro, ha insegnato educazione fisica a una serie impressionante di geometri, ragionieri ed ex alunni che oggi lo piangono perché era di quegli insegnanti che «ti imparavano a stare al mondo». Ma la sua grande passione era il teatro, dialettale così come impegnato. Già negli anni ’70 riempiva con la sua Compagnia il Teatro Pergolesi per portare in scena commedie dialettali insieme all’inseparabile amico e regista Lello Longhi (di cui poi era il cognato). È comparso nei film di Totò, Alberto Sordi, Franco e Ciccio, di Monica Vitti. Ha recitato in una trentina di lungometraggi dai cast stellari.
Ogni personaggio che ha interpretato gli ha lasciato qualcosa, in ogni personaggio ha saputo trasfondere un po’ di sé. Negli anni, quando gli acciacchi hanno iniziato a farsi insistenti cercava di contrastarli con lunghe passeggiate, allenamenti all’aria aperta. Ha anche un passato da allenatore di calcio alla Labor Santa Maria Nuova e alle categorie giovanili della Jesina Calcio. Ha pure allenato un giovanissimo Massimo Bacci.
I funerali saranno celebrati domani (28 gennaio) alle ore 15,30 nella chiesa di San Pietro Martire. Lascia nel dolore la moglie e le sue adorate tre figlie. E, una bizzarra curiosità, in una intervista rilasciata nel 2012 al periodico “Jesi e la Sua Valle” al collega Matteo Tarabelli aveva raccontato di aver immaginato come sarebbe stato il suo funerale: «quando salirò sul carro funebre – aveva detto – vorrei fare un bel giro per la mia Jesi passando in piazza della Repubblica, al Duomo e San Pietro. Dai, mettiamoci pure San Giuseppe, via Roma e il Prato». Poi con la sua solita sferzante ironia: «solo una raccomandazione: il becchino pagatelo dopo sennò mi porta immediatamente al cimitero appena terminata la messa».