Jesi-Fabriano

“Quel che resta della cima”, il Club Alpino Italiano di Jesi torna a casa: serata speciale a Palazzo dei Convegni

L'associazione, prima costituzione in città nel 1906 e oggi attiva dal 1948, ha ritrovato una sede jesina presso Casa Avis in via Guerri. Un rientro da celebrare stasera 7 luglio con un incontro dedicato ai temi dell'arrampicata e dell'amicizia

Il CAI di Jesi torna a casa

JESI – Il CAI, Club Alpino Italiano, di Jesi, torna finalmente “a casa” dopo anni. La sezione jesina dell’associazione che promuove e organizza attività legate alla montagna in Italia, ritrova una sede in città, grazie all’Avis che concederà gli spazi della sua nuova Casa Avis in via Guerri. Per il CAI jesino, che conta quasi 500 soci ed è, fra le altre cose, proprietario di un rifugio a Genga, recentemente ristrutturato che, dotato di cucina e dormitorio, può essere richiesto da chiunque, un passo importante: salutata la storica sezione in piazza, dove tanti jesini e jesine ricordano gli appuntamenti conviviali e le feste da ballo, l’associazione ha fatto ricorso per anni alla gentile ospitalità concessa dal Comune di Monte Roberto nei locali  nei pressi della chiesa di Sant’Apollinare.

L’incontro a Palazzo dei Convegni

È con una serata speciale all’interno di JesiEstate che il CAI ha deciso allora di celebrare questo rientro: questa sera 7 luglio alle 21 a Palazzo dei Convegni, l’incontro “Quel che resta della cima”, per raccontare il mondo dell’arrampicata tramite la bella storia di amicizia di due giovani: Samuele e Francesco. «La loro amicizia – spiegano dal CAI – ha inizio nel 2008. In quel periodo Samuele è già uno dei più forti alpinisti del centro Italia mentre Francesco è ancora all’inizio della sua crescita. Samuele ha già all’attivo un’infinità di vie in Dolomiti e ad Arco di Trento mentre Francesco è cresciuto con Francesco Burattini nelle Alpi Centrali e poi in Dolomiti. Dopo aver ripetuto l’anno precedente la “Marsili-Panza” sulla nord del Camicia con Cristiano, Samuele chiede a Francesco se aveva voglia di accompagnarli ad aprire una nuova via sulla nord del Camicia, l’Eiger degli Appennini, una montagna temuta da chiunque. Francesco, motivato dalla cordata e dal progetto, accetta incoscientemente senza dire nulla. Tutto va alla grande e nasce da lì una grande amicizia. Partire con emozioni forti che ti solcano cuore ed anima lascia al futuro solo caramelle da scartare e, anno dopo anno i due girano le più importanti pareti che hanno segnato la storia dell’alpinismo. Il loro alpinismo è leggero, sorridente, armonico, e molto rock. Prima Samuele e poi Francesco diventano Accademici del CAAI. La loro amicizia e la loro voglia di esplorare li portano ad aprire nuovi itinerari nel centro Italia, sempre nel rispetto dell’etica di un alpinismo puro e onesto».

L’attuale Sezione jesina del C.A.I. svolge la sua attività ininterrottamente dal 1948, ma l’anno di sua prima costituzione a Jesi fu il 1906, come documentato nella prima Assemblea del 28 febbraio svoltasi nella Sala del Club Escursionisti. L’associazione era presente in città dal 1902, ma probabilmente anche in precedenza attiva, grazie all’impulso di Luigi Filippo De Magistris, direttore del Bollettino bimestrale dell’Associazione intitolato “L’Appennino Centrale”. Il primo Presidente fu il ragionier Riccardo Ponzelli. Interessanti relazioni sull’attività di quegli anni si possono trovare nell’”Appennino Centrale”, sulla Rivista del CAI Centrale e su altri periodici locali (Il Piceno, ecc.). La Sezione restò sicuramente attiva sino al 1911, per poi ricostituirsi nel 1932 (o fine 1931) e si hanno notizie di iniziative svolte fino all’inizio della Seconda Guerra Mondiale.

Dal 1948, l’attività, dal settore principalmente escursionistico che caratterizza la sezione ad inizio secolo, si espande all’Alpinismo, allo Sci e alla Speleologia grazie alla passione ed all’impegno di soci come Sergio e Carolina Macciò, Desiderio Dottori, Angelo Bolletta e, dalle montagne della zona, si trasferisce alle Alpi ed ai massicci del Gran Sasso e della Majella.

Nel corso degli anni crescono i Soci e le iniziative, sino ad avere in Sede una Scuola Sezionale di Alpinismo (intitolata allo scomparso Giannetto Bifolchi) e di Sci di Fondo Escursionistico. Meritorio per la Sezione di Jesi è da considerare il contributo dato alla divulgazione delle attività CAI in altri centri, marchigiani e non, costituendo Sottosezioni a Fabriano (già nel 1936 e successivamente nel 1949), a Fermignano e a Montemarciano.

Oggi a Jesi ci sono diversi gruppi che fanno attività: speleologia, escursionismo, alpinismo giovanile, ciclo escursionismo, sentieri, escursionismo seniores, arrampicata, montagna terapia, alpinismo.

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