ANCONA- Il Tribunale del Riesame di Ancona revoca il sequestro preventivo per 1.332.251,32 euro a carico della società ed esclude il reato di autoriciclaggio a carico di alcuni amministratori di Clabo spa. Lo comunica la stessa società con sede a Jesi, leader mondiale nel settore delle vetrine espositive professionali per gelaterie, pasticcerie, bar, caffetterie e hotel, quotata sul mercato Euronext Growth Milan, organizzato e gestito da Borsa Italiana Spa.
«Rimane confermato il sequestro di 349.132 euro – aggiungono – relativi al finanziamento intercompany, avverso il quale gli amministratori hanno già depositato istanza di riesame al competente Tribunale del Riesame; l’udienza è fissata per il 6 settembre 2022». Clabo ha fatto sapere ieri, 3 agosto, di ricevuto la notizia del dispositivo dell’ordinanza del Tribunale del Riesame che dispone la «revoca del sequestro preventivo disposto lo scorso 13 luglio 2022 dal gip di Ancona a carico della Società per 1.332.251,32 euro ed esclude l’autoriciclaggio a carico di alcuni amministratori».
«Con la stessa ordinanza – si legge nel dispositivo – il Tribunale ha confermato il sequestro di 349.132 euro, con riferimento al delitto di cui all’art. 361-bis, cp, collegato a un finanziamento intercompany a titolo oneroso da Clabo Holding USA verso Clabo spa nell’ottobre 2018 e totalmente rimborsato nel 2021. La porzione superstite del sequestro sarà oggetto del riesame che gli amministratori hanno già proposto avanti al competente Tribunale, che ha fissato udienza per il 6 settembre 2022».
Il presidente ed amministratore delegato di Clabo spa., Pierluigi Bocchini, ha dichiarato: «Attendiamo di leggere le motivazioni del provvedimento, poiché al momento è noto solo il dispositivo, per poter svolgere le considerazioni del caso ed assumere le decisioni processuali conseguenti. Non posso che esprimere, da un lato, la soddisfazione per la revoca del sequestro di gran parte delle somme e per l’esclusione del reato di autoriciclaggio – afferma -. Rimane lo stupore per la conferma del sequestro degli importi relativi al finanziamento intercompany con riferimento al delitto di cui all’art. 361-bis, cod. pen., su un’operazione a titolo oneroso, totalmente rimborsata e per la quale riteniamo non vi sia alcun presupposto fattuale e giuridico che consenta di ritenere integrato il reato contestato. Rimango fiducioso – conclude Bocchini – nel corso della giustizia anche riguardo a quest’ultima parte della vicenda».