Clabo, società con sede a Jesi attiva nella produzione di vetrine espositive per gelaterie, pasticcerie, bar, caffetterie e hotel, ha ricevuto il 13 luglio scorso la notifica di decreto di sequestro preventivo di somme di denaro (saldi attivi) sui rapporti accesi presso gli istituti di credito operanti con la società, fino alla concorrenza dell’importo di 1.684.383,32 euro. La notizia è stata resa nota ieri – 14 luglio – dalla stessa società tramite un avviso ai mercati.
Il sequestro è «finalizzato alla confisca di quanto viene ritenuto, dalle autorità inquirenti, profitto asseritamente derivante dal non corretto utilizzo da parte di alcuni amministratori dei fondi rinvenienti da un finanziamento erogato da Simest alla società controllata Clabo Holding USA nel 2018», si legge nel comunicato.
Clabo, che allo stato attuale non è coinvolta direttamente nel procedimento, ha inoltre comunicato che non sono stati riscontrati danni rilevanti sull’operatività aziendale.
Gli amministratori interessati hanno conferito mandato ai propri legali di proporre istanza di riesame presso il Tribunale competente. Clabo «ha fondati motivi di credere di poter dimostrare nel più breve tempo possibile la correttezza del suo operato» e provvederà a proporre istanza di riesame avverso il provvedimento di sequestro, confidando di poter ottenere la fissazione dell’udienza entro il corrente mese di luglio.
«Il provvedimento ci coglie di sorpresa e riteniamo che sia privo di ogni fondamento fattuale e giuridico – ha commentato il presidente Pierluigi Bocchini – Clabo ha sempre operato nella piena trasparenza nell’utilizzo dei fondi relativi ai finanziamenti erogati da Simest. Dimostreremo la nostra assoluta correttezza nelle competenti sedi giudiziarie e siamo fiduciosi nel corso della giustizia».