Jesi-Fabriano

Cnh, Iveco resta in Italia. Beldomenico (Fiom Cgil Marche): «Buona notizia, impegniamoci per far rimanere le aziende nel nostro territorio»

Il segretario regionale condanna le delocalizzazioni e ricorda il caso Elica. Bene Jesi: «Nello stabilimento Cnhi dopo anni difficili stanno ripartendo gli investimenti»

Cnh New Holland Jesi

JESI – Fumata nera nella trattativa tra CNH Industrial e la cinese Faw Jiefang per la vendita di Iveco. Un’ipotesi che ha tenuto con il fiato sospeso politica, sindacati e tutti i lavoratori del gruppo industriale, e non solo quelli della storica azienda italiana di camion e autobus. In un periodo di crisi come l’attuale, ogni notizia di cessione o delocalizzazione preoccupa non poco, e difatti i sindacati nazionali si sono affrettati a chiedere a Cnh una «verifica puntuale su stabilimenti, occupazione e prospettive future», e un tavolo di confronto al Ministero dello Sviluppo economico.

La trattativa sulla Iveco, che prevedeva anche la cessione di una quota dei motori Fpt Industrial, è saltata. Ora l’azienda, che fa capo alla holding della famiglia Agnelli Exor, andrà avanti con «i piani esistenti in vista della separazione delle attività On-Highway nella prima parte del 2022». Cnh Industrial crede infatti che «sussistano significative opportunità per sviluppare il proprio business On-Highway come fattore di accelerazione nell’attuazione di soluzioni e infrastrutture per trasporti sempre più sostenibili, in linea con le ambizioni del Green Deal dell’Unione Europea».

«Per quanto mi riguarda – ha commentato Tiziano Beldomenico, segretario regionale di Fiom Cgil Marche – il mancato perfezionamento della vendita di Cnh industrial ai cinesi è un fattore positivo; una realtà produttiva come l’Iveco che da decenni è una eccellenza delle competenze italiane e conosciuta in tutto il mondo, è bene rimanga in mano a Cnhi. Ora però è necessario dare una prospettiva sicura di continuità con il passato, quindi è necessario avere un piano industriale che abbia come obiettivo investimenti sia nei siti produttivi che negli uffici tecnici. In questo momento così difficile per il Paese bisogna impegnarci tutti nel far rimanere le aziende nel nostro territorio».

Secondo Beldomenico, «Jesi ha nel suo comune uno stabilimento Cnh che produce trattori agricoli di piccole e medie dimensioni. Dopo anni difficili il gruppo sta ora investendo nello stabilimento jesino mettendo in produzione nuovi modelli, e attrezzando nuove linee di montaggio, tutto questo ha portato negli ultimi mesi ad alcune assunzioni a tempo indeterminato e a circa 100 lavoratori assunti come interinali, ma che come sindacato Fiom Cgil ci stiamo già muovendo con l’azienda per vedere la possibilità di percorsi che portino questi 100 lavoratori ad avere un contratto stabile. Non come l’Elica che invece ha scelto la via della delocalizzazione in Polonia, senza sviluppare ragionamenti su come investire per dare futuro e stabilità ai lavoratori fabrianesi».

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