«Il processo di riorganizzazione di Cnh Industrial procede secondo quanto pattuito nell’accordo del 10 marzo 2020 e i volumi produttivi sono in ripresa rispetto allo scorso anno, tuttavia sul futuro gravano le incognite delle vicende societarie. Abbiamo quindi chiesto al ministero dello Sviluppo economico di seguire non solo l’esecuzione del piano industriale ma anche le prospettive proprietarie e azionarie del gruppo, a cominciare dalle trattative in corso con la cinese Faw per Iveco». Lo comunicano in una nota congiunta le sigle sindacali Fim, Fiom, Uilm, Fismic, Uglm e Aqcfr, dopo l’incontro tenuto ieri al Ministero dello sviluppo economico.
Al tavolo con Mise e gruppo industriale, i sindacati hanno chiesto al Governo di «continuare a seguire le vicende industriali e societarie di Cnh Industrial, e al ministro Patuanelli di interessarsi fattivamente ad esse e di partecipare al prossimo incontro, consapevole della importanza di questo gruppo per l’Italia sia dal punto di vista occupazionale e sia industriale».
Durante l’incontro, CNH Industrial ha illustrato il quadro complessivo degli stabilimenti italiani. Per quanto riguarda la situazione di Jesi, si legge nella nota sindacale, «nel 2021 non si prospetta utilizzo alcuno di ammortizzatori sociali grazie a una buona ripartenza dopo la fase di lockdown e a una crescita dei volumi anche rispetto al 2019».
Per quanto riguarda gli altri siti, la situazione di Modena è simile a quella di Jesi, «a Lecce si profila per il 2021 un significativo aumento dei volumi, pari a circa il 20% rispetto al 2019; a Foggia la riorganizzazione procede conformemente agli accordi, per prepararsi al venir meno della commessa Sevel; nei due siti di FPT Torino si procede secondo gli accordi sindacali relativi ai flussi di lavorazioni e si registrano volumi produttivi sostanzialmente stabili rispetto al 2019; a Bolzano lo stabilimento Iveco Defence fa registrare un incremento dei volumi; alla Astra di Piacenza si avranno i benefici dell’ultima gara aggiudicata con la Germania; lo stabilimento di Suzzara (Mantova) si è ripreso con rapidità dopo la fase di caduta del lockdown, tornando ai volumi del 2019; a Brescia è stato siglato il contratto di solidarietà per 24 mesi e sono iniziati i primi interventi pattuiti per rafforzare la missione produttiva del sito; resta assolutamente strategico il ruolo del magazzino di Modena, tanto che la sua attività non si è interrotta nemmeno con il lockdown.
Per quanto concerne Pregnana (Milano), colpita purtroppo dalla decisione di chiusura, è in fase di applicazione l’accordo sindacale di marzo 2020, con cui si stanno scongiurando gli esuberi attraverso una serie di strumenti quali esodi incentivati volontari prioritariamente finalizzati alla pensione, l’offerta di trasferimento incentivata in altro stabilimento del gruppo, occasioni di reimpiego presso altri imprenditori del territorio, nonché la ricerca di un investitore che reindustrializzi il sito tutt’ora in atto in collaborazione con la Regione Lombardia; sul processo di reindustrializzazione riteniamo che occorra l’impegno anche del Mise e Ministero del Lavoro, per garantire ammortizzatori sociali e supporto agli investimenti. San Mauro (Torino), infine, è in atto la riconversione dello stabilimento in centro di logistica industriale secondo l’accordo del marzo 2020, è in corso l’utilizzo della CIGS e residuano solo 19 eccedenze delle 110 iniziali».