JESI – Sono arrabbiati, rammaricati e si sentono presi in giro i commercianti di Piazza Pergolesi che dallo scorso febbraio sono nascosti dai lavori per lo spostamento della statua.
Due le attività che risentono maggiormente degli infiniti lavori, la profumeria Harmony e il negozio di giochi per bambini Kirikù, che mercoledì scorso hanno incontrato in Comune l’assessore ai lavori pubblici Roberto Renzi. «Noi dobbiamo solo stare zitti – spiegano Laura Loccioni e Rosalba Montapponi – In Comune non hanno idea di quando andranno a finire questi lavori e scaricano la colpa sulla Sovrintendenza. A noi di questo rimpallo di responsabilità importa poco, anche perché va avanti da mesi, certo è che gli affari sono in notevole calo e di questi tempi si rischia di chiudere». Altra certezza è che i lavori andranno avanti fino a Natale, periodo clou per il commercio: «Già c’è stato un calo del 40% – continua Loccioni – I lavori dovevano finire ad ottobre ci hanno detto mesi fa in Comune, ma da febbraio ad oggi avranno lavorato due settimane al massimo. Due metri davanti alla porta del mio negozio ci sono pannelli di due metri, i lavori inizieranno se va bene a settembre ma è un’ipotesi visto che in Comune non sanno niente. Ci sentiamo presi in giro, mandiamo avanti le famiglie con questo lavoro e siamo stati costretti a far scrivere una lettera di richiesta danni da un avvocato perché di confrontarsi non c’è verso».
Segnalato in Comune, e più volte ai vigili urbani, l’attraversamento pedonale del cantiere: «L’assessore non ne sapeva niente, sono mesi che chiamiamo i vigili perché le persone rischiano di essere investite». Da Piazza Indipendenza non ci sono novità sul cantiere, sicuramente il 23 luglio ci sarà lo sfratto per l’edicola. «Abbiamo anche chiesto di poterci trasferire nei negozi sfitti sul Corso, a spese del Comune – continua Montapponi – Per noi spostare tutto non è semplice ma almeno siamo visibili. Ci hanno risposto che non è possibile perché i negozi sono di Progetto Jesi e veniamo a sapere dopo che la società è in liquidazione. Questo non è l’atteggiamento da tenere con i cittadini, ci sentiamo presi in giro perché la volontà reale di risolvere questa situazione non c’è».