JESI – Ancora due mesi di proroga alla società specializzata che si sta occupando del museo Federico II Stupor Mundi. Non sono ancora concluse le procedure burocratiche per la pubblicazione del bando che consentirà di individuare la start-up che ne acquisirà la gestione per i prossimi anni.
L’intenzione è quella di individuare, tramite selezione ad evidenza pubblica, una nuova società che si impegni a assumere la conduzione del “contenitore” culturale di piazza Federico II per la durata di otto anni, a sostenere integralmente i costi per la gestione (ivi comprese le utenze) e per tutte le attività connesse alla promozione, potenziamento di immagine e sviluppo di mercato del museo stesso, e ad applicare tariffe di ingresso definite annualmente dall’amministrazione Comunale, in linea con le altre strutture museali. In un’ottica di sostegno all’avvio dell’attività, il Comune intende concedere alla start-up la disponibilità a titolo gratuito degli spazi museali di palazzo Ghislieri, continuando ad assumerne i costi di locazione, e l’erogazione, per la durata di tre anni (2020, 2021 e 2022) , di un contributo annuo a fondo perduto pari ad 150.000 euro, a parziale copertura dei costi, sostenuti e documentati, di avvio e gestione.
«Sono tuttora in corso le procedure amministrative propedeutiche all’emanazione della procedura ad evidenza pubblica per la selezione della start up cui affidare la gestione del Museo – spiega la giunta Bacci -. Si è pertanto rilevata la necessità di garantire l’apertura al pubblico del museo senza soluzione di continuità». A tale proposito, è stato prorogato fino a fine marzo il contratto con la società che lo sta temporaneamente gestendo. E non si esclude una ulteriore proroga.
«Considerando che oltre il 70% delle spese derivano da personale e manutenzione, immaginando che la decisione dell’amministrazione di stanziare 450mila euro dei cittadini jesini per l’affidamento al nuovo gestore sia basata principalmente sui numeri forniti dal vecchio gestore – tuona il Movimento 5 Stelle -, abbiamo presentato una interrogazione a risposta scritta per avere le informazioni e gli atti che giustifichino quei numeri, presi assolutamente per buoni in consiglio comunale dai maggioranti senza che ai consiglieri sia stato presentato alcun documento a loro supporto. Partendo dal fatto che la gestione verrà assegnata per 8 anni, mentre i finanziamenti sono previsti solo per 3, si potrebbe anche pensare che quanto deciso non sia poi tutto questo “regalo” per chi vincerà la gara. Ma nella delibera del Consiglio dove viene esaltata la formula della “start up innovativa” manca però un dato. Quante di queste “startup innovative” “sopravvivono”, o “sono vincenti” o, più banalmente, non falliscono una volta finiti i finanziamenti? Secondo i dati della Fondazione “Mind The Bridge”, da anni nel settore, sembrerebbero fallirne oltre il 90%: non è che dopo i primi 3 anni, dove i finanziamenti comunali sembrerebbero assicurare alla start-up un saldo positivo, la stessa finirà nel calderone delle “bollite” e quindi ci troveremo, di nuovo, ad affrontare il problema “finanziamenti”?»-