JESI – «Questa macchina è il sogno di ogni rianimatore, perché permette di valutare l’efficacia della ventilazione step by step». Così il primario di terapia intensiva Tonino Bernacconi ha preso in carico, davanti al direttore generale di Area Vasta 2 Giovanni Guidi, al sindaco Massimo Bacci e all’assessore alla sanità Marialuisa Quaglieri, il nuovo tomografo polmonare donato dalla comunità di Jesi.
Annunciato dal presidente della Fondazione Vallesina Aiuta, Elisa Di Francisca, il tomografo polmonare è stato il primo ordinativo acquistato grazie alla raccolta fondi della Fondazione stessa. «Questa macchina – ha sottolineato Bernacconi – ci permette di misurare cosa succede all’interno del polmone nel momento in cui lo stiamo ventilando. Sostituisce in alcuni casi la Tac o l’esame radiografico, dicendoci se quella determinata zona del polmone è ventilata a sufficienza, permettendo inoltre di porre il paziente nella posizione più corretta per beneficiare meglio della ventilazione stessa. Si tratta di un macchinario importante non solo su pazienti Covid, ma in tutti quei casi in cui va applicata una terapia per insufficienza respiratoria che è un po’ la prassi in questo reparto».
L’occasione ha permesso al direttore generale di Area Vasta di anticipare che in settimana si terrà l’incontro tecnico per organizzare la terapia intensiva in vista del raddoppio dei posti letto, da 7 a 14, stabilito con determina regionale e relativa richiesta inviata al Ministero. Lo stesso Guidi ha annunciato che sono previsti anche ulteriori 10 posti letto in terapia semintensiva, a carattere prevalentemente pneumologico.
Il sindaco Bacci, nell’esprimere gratitudine alle imprese, ai cittadini e alle associazioni che hanno contribuito generosamente a sostenere la raccolta fondi per la terapia intensiva e per le altre attività legate all’emergenza epidemiologica, ha auspicato che la grande professionalità dimostrata dall’ospedale jesino in questi mesi sia tenuta in debita considerazione anche per affrontare le criticità presenti, sicuro che il Carlo Urbani tornerà nei numeri ai livelli pre-Covid, confermandosi punto di riferimento della sanità marchigiana.