Jesi-Fabriano

Confagricoltura Marche, Federico Castellucci al timone: «Valorizziamo le nostre eccellenze»

Il produttore di Verdicchio, miglior vino bianco del mondo, è stato eletto presidente dell’associazione. Tanti gli obiettivi da perseguire

Federico Castellucci, presidente di Confagricoltura Marche

JESI – «Abbiamo tante produzioni di qualità, con punte di eccellenza che sono un traino per ciascuna filiera. Occorre puntare sulla valorizzazione». Idee già molto chiare quelle di Federico Castellucci, produttore di Verdicchio dei Castelli di Jesi tra le più autorevoli personalità internazionali del mondo del vino e, da qualche giorno, neo presidente di Confagricoltura Marche.

Titolare dell’omonima azienda di famiglia a Montecarotto (An), Federico Castellucci è attualmente presidente della Federazione Vitivinicola di Confagricoltura, dopo essere stato per 15 anni direttore generale di Federvini e per due mandati (10 anni) a capo dell’organismo intergovernativo Oiv (Organizzazione Internazionale della vigna e del vino) a Parigi.

«Un incarico impegnativo che ho accettato con entusiasmo e con spirito di servizio – le sue parole -, indicando quattro obiettivi strategici: rafforzare la qualità dei servizi erogati agli associati, creare una sempre maggiore sinergia tra le varie Unioni provinciali, nel solco di quanto avviato dal mio compianto predecessore Gianni Manzotti, mantenere costanti contatti con Confagricoltura nazionale per rappresentare sempre al meglio le esigenze degli associati marchigiani, confrontarsi in maniera puntuale e ricorrente con la Regione».

Un settore, quello dell’agricoltura marchigiana, con tanti punti di forza e qualche aspetto da rivedere. «Confagricoltura spiega Castellucci – rappresenta da sempre le principali aziende agricole ed agroalimentari della regione, nelle quali maggiore è l’occupazione e dove ricerca e innovazione sono costanti. Naturalmente, in tutti i comparti le problematiche non mancano. Penso alla zootecnica assolutamente da rilanciare perché siamo la terza regione d’Italia per trasformazione del latte, ma tra gli ultimi posti per allevamenti. E nella zootecnia un posto rilevante lo merita l’avicoltura visto che è marchigiano il terzo produttore nazionale. C’è poi il tema dei seminativi, con i prezzi schizzati alle stelle per il grano duro che è la principale coltura regionale, con i vantaggi ma anche le preoccupazioni sulla tenuta. E via via gli altri, dal vitivinicolo, all’olivicoltura, dalla frutticoltura a tutto il biologico. Di fondo c’è un dato: abbiamo tante produzioni di qualità, con punte di eccellenza che sono un traino per ciascuna filiera. Ma che i prodotti marchigiani siano di qualità, buoni e sani forse in pochi lo sanno fuori dei confini regionali. E sulla loro valorizzazione occorre puntare».

A proposito di eccellenze, il Verdicchio è stato insignito del titolo di miglior bianco del mondo secondo Wine Enthusiast. «Il caso di Ampelio Bucci, anche lui socio di Confagricoltura, è emblematico. Il premio come miglior bianco al mondo è suo, ma per tutti deve essere un esempio da seguire. È la famosa punta di eccellenza di cui parlavo, una di quelle che partecipano alla “Champions League dei vini”. Nelle Marche. Dove ci sono certamente anche altre importanti eccellenze in bottiglia ma, nonostante ciò, la Regione Marche non è immediatamente percepita come Regione di grandi eccellenze vinicole, nonostante i vini di buona fattura, con ottimo rapporto qualità-prezzo, e vini biologici. Ecco, avere queste punte di eccellenza, valorizzarle, credo che possa trainare l’intero settore. E come associazione su questo dobbiamo lavorare».