CHIARAVALLE – Che il clima politico sia arroventato da tempo non è una novità e quindi non stupisce più di tanto l’ennesima polemica in consiglio comunale. Il comportamento più contraddittorio è quello del PD che da mesi ha di fatto tolto la fiducia al sindaco ma sembra non avere il coraggio di uscire definitivamente dalla maggioranza. Andrea Mosconi, capogruppo di Chiaravalle Bene Comune, non le manda a dire. «Il gruppo del PD è entrato in ritardo in consiglio e se ne è andato molto prima della conclusione senza dare giustificazioni e poco dopo anche i due consiglieri di Siamo Chiaravalle hanno tolto il disturbo. L’oggetto della contesa è il progetto di riqualificazione di Piazza Mazzini, per la quale Chiaravalle Bene Comune ha votato in modo compatto una mozione che invita il sindaco e la Giunta a procedere senza indugi e con la massima rapidità. Siamo Chiaravalle, al contrario, chiede un rinvio a tempo indeterminato per rivedere il progetto. Se da un lato si comprende l’atteggiamento dell’opposizione – dice Mosconi – sorprende e amareggia il comportamento del PD che, almeno a parole, si dichiara ancora parte della maggioranza. Le divisioni interne al PD sono palesi ma sottrarsi al confronto non è rispetto.
I consiglieri di opposizione di Apertamente, Togni e Tanfani, invece, sono rimasti al loro posto nonostante non abbiano votato favorevolmente gli argomenti legati al bilancio e al documento di programmazione dimostrando senso civico».
Spinsanti e Camerucci di Siamo Chiaravalle rivendicano il diritto di fare opposizione. «Abbiamo chiesto una pausa di riflessione sui lavori di piazza Mazzini anche perché la mozione di Chiaravalle Bene Comune tendeva solo ad individuare nell’ex assessore Frullini il capro espiatorio su cui accanirsi. I toni del sindaco contro Silvia Camerucci sono stati indegni come gli attacchi contro tutti coloro che non la pensano come lui. La cosa più sconcertante tuttavia è che il capogruppo del PD Morbidoni non ha preso le distanze dal sindaco che ha attaccato il suo compagno di partito Frullini e tra le certezze c’è quella che Apertamente è divenuta ormai la stampella del sindaco. Ciò che davvero è incomprensibile è il gioco al massacro che sta conducendo il PD». Ma da piazza Mazzini, sede del PD, non arrivano segnali né comunicati. Tutto tace. Il partito di maggioranza relativa sembra davvero vivere una crisi profonda.