JESI – Oggi pomeriggio (sabato) alle ore 17 a Jesi, presso la Chiesa di San Nicolò il giornalista e fondatore del Popolo della Famiglia Mario Adinolfi presenterà il suo libro dal titolo “Contro l’aborto con le 17 regole per vivere felici”. Jesi segue altre presentazioni ospitate in diverse città italiane, dove non sono mancate le proteste (anche abbastanza accese, come a Mestre) dei sostenitori dell’aborto. In particolare è la Consigliera regionale del Partito Democratico – Assemblea Legislativa delle Marche Manuela Bora a rivolgere critiche pungenti contro la pubblicazione. Critiche a cui Adinolfi vorrà rispondere.
«È un’iniziativa politica a sostegno di chi vuole demolire la legge 194 – ha detto Manuela Bora – non stupisce che Adinolfi scelga le Marche per presentare il suo libro contro l’aborto. Evidentemente, ha capito benissimo come qui, a partire dalla vittoria della destra misogina e intollerante di Acquaroli alle regionali del 2020, le sue idee oscurantiste sull’interruzione della gravidanza trovino totale copertura istituzionale. Purtroppo queste iniziative sono molto pericolose, perché servono esclusivamente a costruire un clima favorevole per coloro che, anche nella nostra regione, vogliono demolire passo dopo passo la legge 194 e impedire alle donne di vedersi garantiti i diritti da questa sanciti… Ecco perché – spiega ancora Bora – l’appuntamento con Adinolfi, non è la semplice presentazione di un libro, bensì un’iniziativa politica perfettamente in linea con quelle promosse dai tanti movimenti cosiddetti “pro-life”, che forse sarebbe più corretto definire “no-choice”, visto che l’unica cosa che a loro sta davvero a cuore è negare alle donne la libertà di scelta, tra l’altro spesso dolorosa, e il diritto all’autodeterminazione. D’altra parte – continua – non è un caso che figure come quella di Adinolfi, che combattono quotidianamente la loro violenta crociata antiabortista brandendo la spada della denatalità, non abbiano mai nulla da proporre rispetto ai veri problemi che impediscono a tanti giovani di crearsi una famiglia, di fare figli e di vivere una vita indipendente. Penso per esempio alla disoccupazione, alla precarietà, al basso potere di acquisto degli stipendi, alla carenza di servizi pubblici dedicati alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro». L’affondo della consigliera Dem continua. «Personalmente – conclude – continuerò a denunciare e smascherare i veri intenti che si celano dietro iniziative come quella di Jesi. Ma, allo stesso tempo, continuerò a battermi in consiglio regionale per invertire questa deriva. In tal senso, auspico che la proposta di legge da me presentata per rivitalizzare e potenziare i consultori possa essere discussa quanto prima dall’aula. L’obiettivo è rendere queste strutture, oggi trascurate e poco valorizzate, luoghi dove garantire a ogni donna la libertà di una scelta consapevole con il sostegno di figure professionali adeguate e la tutela della propria salute».