Jesi-Fabriano

Coronavirus, l’immunologo Butini: «Baci e abbracci dopo il lockdown? Vanificheremo tutto»

Il medico all'ospedale di Torrette, vicesindaco di Jesi, delinea l'estate che verrà, chiedendo ai cittadini di non abbassare la guardia contro il Covid-19

JESI – «Il Coronavirus Covid-19 circola ancora, di meno rispetto ad alcune settimane fa, però circola ancora. E quindi l’attenzione di noi tutti deve rimanere alta». A dirlo è Luca Butini, medico immunologo all’ospedale di Torrette nonché vicesindaco di Jesi.

Cosa attendersi, dunque, per le prossime settimane, specie dopo il 4 maggio? «Dipenderà, ancora una volta, da ognuno di noi. Chi riprenderà a lavorare lo dovrà fare con attenzione. La (gradualmente) ritrovata socialità dovrà essere interpretata tenendo bene a mente che il nuovo Coronavirus circola ancora. Per quanto tempo? Arriveremo, quando, a “zero nuovi casi”? Le proiezioni dell’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane sulle date plausibili da cui si inizieranno ad azzerare i nuovi casi di positività al Coronavirus ha stimato che nelle Marche questo dovrebbe avvenire non prima della fine di giugno. Qualcuno in regione fa stime diverse, più ottimistiche. Lo stesso Osservatorio precisa peraltro che le proiezioni tengono conto del lockdown attuale. La riapertura, già prevista, renderà le proiezioni non più verosimili. Ma, al di là di tutto ciò, quanto vale registrare zero casi per un giorno? È di sicuro un obiettivo importante, sia sul piano pratico che su quello emotivo, per i cittadini e per le istituzioni, ripaga dei sacrifici fatti. Ma non dice – non dirà – che ne siamo fuori! Per affermare che un Paese sia libero da un virus occorre che non si siano manifestati nuovi casi per un tempo pari a due volte il tempo di incubazione di quella malattia. Nel caso di Covid-19 diciamo dunque almeno un mese. Quando per un mese intero non avremo nuovi casi potremo dichiararci “liberi” da esso. Per quanto tempo ciò possa durare, poi, dipende da ciò che avviene al di fuori di quel Paese, da come si muovono le persone, dai controlli in ingresso..».

Luca Butini

Le temperature, però, si alzano, e le spiagge chiamano. «È verosimile che il virus la prossima estate circoli ancora, ma è altrettanto verosimile che la circolazione sia molto inferiore rispetto ad oggi. Poi, per allora, oltre ad avere qualche informazione in più sulle terapie più efficaci, avremo qualche dato concreto sulla sieroprevalenza di SARS-CoV-2 nella popolazione, almeno in alcuni campioni di popolazione, e potremo capire quanto davvero diffuso sia stato il fenomeno della trasmissione da asintomatici e quanto dunque ci si debba difendere, in termini di protezione e prevenzione, da persone prive di sintomi. Per allora, sperabilmente, avrà iniziato ad essere operativa la misura di tracciamento dei contatti di chi manifesti l’infezione, tassello fondamentale – nel contesto di una organizzazione efficiente ed adeguatamente dotata della sanità territoriale – per poter essere rapidi nel contenere il contagio derivante dal singolo caso e quindi far sì che ci si trovi di fronte a nuovi casi sporadici, al massimo a piccolissimi “cluster”, del tutto gestibili».

E le feste? I concerti? «Ogni aspetto della nostra socialità, spiaggia inclusa, spettacoli all’aperto inclusi, dovrà essere inserito in un contesto di attenzione individuale da parte di tutti, di misure di prevenzione individuali e di strutture da parte di tutti, e, soprattutto, di risposta organizzativa sanitaria territoriale tempestiva ed efficiente. In un contesto del genere potremo (potremmo) vivere un’estate più serena rispetto alla primavera. Molto diversa dalle precedenti, ma possibile.
Se invece interpreteremo lo scadere del lockdown come la fine di una guerra – tappi di bottiglia che volano, feste, abbracci e così via – è possibile che i nuovi casi non saranno sporadici, che si creeranno nuovi allarmi, che si rendano inevitabili nuovi lockdown. Altrove sta accadendo, a Singapore per esempio, clima tropicale».