SAN PAOLO DI JESI – Restate a casa. È il messaggio che, da settimane, ci viene costantemente ripetuto da governo e istituzioni sanitarie. Il solo modo per arginare il contagio e sconfiggere il coronavirus, in attesa di farmaci e vaccino. Ma c’è chi non può farlo. Michele Montesi è fra i lavoratori delle aziende considerate essenziali. Fa parte del gruppo Fileni, è uno degli oltre 2mila collaboratori dell’azienda avicola.
«Mi sento fortunato – osserva Montesi, che è anche un validissimo chitarrista e cantante nonché amante delle due ruote -, anche se mi rendo conto dei rischi che ci sono. Lavorare è una sorta di normalità che viaggia parallela a questo periodo di paura ed incertezza». Ogni giorno si reca a Castelplanio, dalla sua abitazione a San Paolo di Jesi, per il turno di lavoro. «Faccio parte di un’azienda molto importante, che rispetta norme igieniche stringenti – spiega -. Con questa emergenza sono state prese misure di sicurezza ed igiene ancora più significative per il proseguimento dell’attività. Dobbiamo continuare a lavorare, non molliamo, anche per tutte le persone che invece non possono farlo».
L’azienda Fileni ha deciso di donare 500 mila euro per la sanità locale, a sostegno della battaglia contro il coronavirus. «Le sensazioni sono alterne in questo periodo – il parere di Montesi -. La speranza che tutto finisca al più presto si avvicenda continuamente alla paura che ne avremo per molto tempo. Il pensiero più preoccupante è per la famiglia, ovviamente».
Negli ultimi giorni, spiegano dalla Protezione Civile, vi sono timidi segnali di inversione di tendenza. Prima o poi, insomma, questo brutto incubo passerà, ma non senza strascichi. «Questa esperienza – osserva il collaboratore di Fileni – ci lascerà molti problemi economici, purtroppo. Probabilmente, però, ne usciremo migliori come valori umani. L’augurio che faccio, a noi italiani, è quello di restare più uniti che mai».