JESI – Sospesa, da domani 11 marzo e fino al 3 aprile, l’attività del Centro diurno Alzheimer di Jesi, come pure quella dei Centri diurni per persone con disabilità di Jesi, Filottrano, Cingoli e Staffolo. Chiuse da qualche giorno alle visite dei familiari anche le Case di riposo di Jesi, Apiro, Cingoli, Staffolo. Va invece avanti – «salvo eventuali future diverse disposizioni da parte di Regione o Governo» specifica il direttore Franco Pesaresi – l’attività di assistenza domiciliare. Questo al momento l’impatto dell’emergenza Coronavirus sull’erogazione dei servizi sociali nell’Ambito IX di riferimento da parte dell’Azienda Servizi alla Persona.
«Nel procedere all’adozione dei provvedimenti – spiega Pesaresi – ci siamo orientati, diversamente da altri, sul seguire quelli che sono stati sviluppi e disposizioni delle leggi nazionali o delle ordinanze regionali. In questo senso, avevamo già chiuso alle visite dei parenti le strutture per anziani che gestiamo sul territorio. D’altro canto, avevamo ridotto moltissimo afflusso e ritmo delle visite già da prima. Ai familiari sono stati forniti dei numeri di telefono per mantenere i contatti. Dopo la nuova e ultima ordinanza regionale poi, chiuderemo da domani 11 marzo e fino al 3 aprile sia il Centro diurno Alzheimer sia i Centri diurni per disabili di cui abbiamo la gestione. Sono i tre provvedimenti principali».
Scelte obbligate che toccano campi delicatissimi, come il contatto o l’assistenza ai propri cari più fragili. «La situazione è tale che molti, i più, capiscono la difficoltà e, pur a malincuore, si adeguano a questa decisione, sperando che presto tutto possa rientrare. Peraltro una quota minoritaria di familiari aveva già deciso autonomamente di ridurre o rinunciare alle visite e avevamo già potuto constatare un minore afflusso». Quanto al personale, «al di là della dotazione dei cosiddetti Dpi, gli sono state soprattutto fornite tutte quelle informazioni e indicazioni necessarie a ridurre i rischi sotto il profilo di distanze, strumenti da utilizzare, igiene e quant’altro».
È sempre l’Asp a incaricarsi di portare nelle case assistenza a quanti ne hanno diritto. «Attività, quella della assistenza domiciliare, che va avanti regolarmente, almeno fino a quanto dovessero arrivarci da Regione o Governo indicazioni differenti. A quel punto ne prenderemo atto e ci adegueremo. Anche qui, in qualche caso ci sono state famiglie che hanno deciso di rinunciare temporaneamente al servizio e ne hanno chiesto la sospensione».