JESI – Non più da giugno 2020 a gennaio 2021. Ma dal prossimo settembre fino al mese di aprile dell’anno che verrà. È la nuova programmazione della mostra “Raffaello e Angelo Colocci. Bellezza e scienza nella costruzione del mito della Roma antica”. Evento dedicato ai rapporti fra l’artista urbinate e l’umanista jesino, contemporanei nella Roma del Rinascimento, e che si sarebbe dovuto aprire a fine primavera, inserito peraltro nel programma delle celebrazioni nazionali per i 500 anni dalla scomparsa di Raffaello Sanzio. Ma l’emergenza sanitaria ha costretto a rivedere i piani.
Il Comune ha intanto avviato la procedura per affidare progettazione e realizzazione della videoinstallazione che vedrà una proiezione olografica a dimensione naturale della figura di Raffaello raccontare e spiegare ai visitatori i suoi capolavori. In particolare gli affreschi della Stanza della Segnatura e la celeberrima “Scuola di Atene”, in cui l’urbinate rappresenta nelle vesti dei sapienti antichi le più grandi “star” del Rinascimento, da Leonardo (Platone), a Bastiano da Sangallo (Aristotele) e Michelangelo (Eraclito o Democrito). L’ipotesi è che fra i volti dell’affresco ci sia anche quello proprio di Colocci, raffigurato come il profeta persiano Zoroastro vicino all’autoritratto dello stesso Raffaello: segretario di Papi, collezionista di antichità, studioso a tutto campo e intellettuale, Colocci potrebbe avere addirittura avuto un ruolo centrale nella costruzione ideologica, politica e filosofica del ciclo di affreschi della Stanza della Segnatura. I temi rappresentati infatti rifletterebbero in maniera precisa idee e programmi culturali e politici della Roma pontificia del Rinascimento.
Inserita dal Comitato Nazionale per la celebrazione dell’anniversario raffaellesco nel programma delle iniziative, la mostra ha ottenuto da questo un contributo di 50 mila euro, oltre a sostegni dalla Regione e a 30 mila euro da Fondazione Cariverona. Di 55 mila euro l’impegno di spesa per la videoinstallazione. La mostra sarà infatti caratterizzata dall’esposizione di documenti originali e da tecnologie digitali innovative, con ricostruzioni virtuali dei capolavori raffaelleschi, a cominciare dalla stessa Scuola di Atene. Il tutto è curato da Giorgio Mangani – autore de “La bellezza del numero. Angelo Colocci e le origini dello stato nazione”- Francesco Di Teodoro, Ingrid Rowland, Vincenzo Farinella e Paolo Clini.