JESI – «Errare humanum est, perseverare insipientis». Non demorde l’ex sindaco e già presidente del comitato “Nessuno tocchi Pergolesi” Vittorio Massaccesi, che torna a intervenire sulla questione dell’aspetto assunto dalla pavimentazione di Piazza Pergolesi, che sarà in futuro quella anche di Corso Matteotti, dopo la sua segnalazione su degrado e ingiallimento delle lastre che la compongono. «L’uomo è soggetto a sbagliare – rileva Massaccesi – ma è imperdonabile (“insipientis”) se continua nello stesso errore una volta presa coscienza di quanto compiuto di negativo».
Sul punto erano intervenute le precisazioni dell’amministrazione comunale. «Io ringrazio – dice Massaccesi – l’assessore Renzi per i chiarimenti di carattere chimico con i quali ha spiegato la variazione del colore delle pietre. Quello che mi ha lasciato interdetto è il fatto che, mi pare, non si pensi minimamente al cambio del tipo di pietra. Come dire: sappiamo che nel tempo la futura pavimentazione del Corso sarà difettosa, brutta, macchiata di giallo qua e là, ma non importa perché non si tratta di una responsabilità dell’amministrazione, ma della natura del tipo di pietra. Come se la pietra non si potesse cambiare, come se non facessimo in tempo a fare qualche cosa per rimediare all’errore».
Secondo l’ex sindaco: «Che si faccia comprendere che, in fondo, non trattasi di un difetto perché trasformazione “naturale”, vuol dire accettare passivamente un errore di scelta del tipo di pietra senza minimamente pensare a cambiarla. Ci si fa forti del consenso della Soprintendenza, ma “contro i fatti (negativi) non vale nessun argomento”, nemmeno quello delle autorità di qualsiasi tipo e genere. Lasciando le cose come previste, avremo un Corso brutto e basta! Si rischia di cadere nel ridicolo: conosciamo i rischi, ma non intendiamo minimamente evitarli. C’è forse un contratto che lega l’amministrazione? Si scioglie pagando una penale e si cambia tipo di pietra».
Infine Massaccesi ricorda: «Le pietre usate nel passato dopo oltre 40 anni non hanno mai cambiato colore. Molte si sono spezzate ma non hanno perso la loro bianchezza o il loro marrone. Il colore si è conservato omogeneo. Dopo oltre 40 anni! Si sono spezzate, e non poco, le pietre poste una decina d’anni fa sia in piazza Oberdan sia in via XX Settembre perché, forse, poco spesse. Per cui quanto ci fa sapere l’architetto Morgante mi pare che debba essere tenuto presente. Questo signore che non conosco ci ha dato una bella piazza Federico II. Perché non fidarci dei consigli che ha dato? C’è tempo per modificare i contratti per non cadere in errori che, nonostante i milioni, dovremo sopportare per decenni. Oltre alla brutta figura con i nostri turisti sempre più numerosi, virus permettendo».