JESI – La sanità jesina al centro delle polemiche e del dibattito politico. Le gravi criticità riscontrate all’Ospedale Carlo Urbani di Jesi e alla Rsa di Sassoferrato sono al centro del duro attacco del consigliere regionale Pd Antonio Mastrovincenzo (ex presidente dell’Assemblea legislativa delle Marche) verso la giunta Acquaroli. «Solo parole e nessuna soluzione».
Dall’Osservatorio sulla sanità convocato dal Sindaco di Jesi Lorenzo Fiordelmondo emergono infatti, da parte di amministratori locali e operatori della sanità, ancora una volta, forti criticità all’Ospedale Carlo Urbani. In particolare, a preoccupare è la situazione del Pronto Soccorso, cosi come evidenziato anche da alcune organizzazioni sindacali. «Criticità che avevo portato alla luce, già a maggio dell’anno scorso, con una interrogazione a risposta urgente – scrive Mastrovincenzo – in quell’occasione, in Consiglio Regionale, l’assessore Saltamartini aveva annunciato l’imminente attivazione di un decalogo di misure specifiche per migliorare la situazione nei pronto Soccorso degli ospedali marchigiani, compreso quello di Jesi. Il tanto decantato decalogo presentato ormai sette mesi fa dalla Giunta Acquaroli come piano fondamentale per riorganizzare e potenziare i pronto soccorso, si è dimostrato l’ennesimo grande flop. Peraltro un flop prevedibile e scontato perché il Piano non si basava su alcun dato relativo ai problemi da risolvere, risultando così anche tecnicamente molto approssimativo. Un Piano che non affrontava i due problemi principali che producono attese snervanti per i cittadini: la mancanza di personale e la totale assenza di reali alternative al Pronto Soccorso.
Si parlava di gestione delle conflittualità e del sovraffollamento – sottolinea ancora il consigliere Pd – criticità che in realtà dovrebbero essere prevenute, non gestite». Secondo quanto previsto dal Piano, sarebbe dovuto entrare in gioco un “bed manager”, «figura per la cui formazione e preparazione occorre tempo», spiega Mastrovincenzo che aggiunge: «l’ottimizzazione dell’attesa con più comfort e più informazione è rimasta un semplice desiderio e comunque non ha ridotto assolutamente i tempi dell’attesa stessa. Così come le fantomatiche misure organizzative per la gestione delle urgenze minori richiedono un maggior impegno e coinvolgimento della medicina generale che però è a sua volta in crisi per carenza di medici».
Il Piano doveva essere un provvedimento sperimentale per affrontare le criticità aggravate dalla stagione estiva, «ma ha fatto acqua da tutte le parti – dichiara ancora spostando lo sguardo al Fabrianese – e un’altra situazione al limite è quella della Rsa di Sassoferrato, a causa di una gravissima e continuativa carenza di personale: anche su questo tema, due mesi fa, rispondendo ad una mia interrogazione in aula, l’assessore alla Sanità aveva rassicurato sul fatto che “l’Asur aveva avviato i percorsi necessari per riassumere 3 infermieri e le Oss necessarie”, anche per riportare a venti il numero di posti disponibili nella struttura, così come era precedentemente. Le stesse rassicurazioni erano state date al Sindaco mesi prima. Nei fatti, la situazione è andata addirittura peggiorando. La comunità di Sassoferrato e tutto l’entroterra attendono risposte – conclude Mastrovincenzo – e le attendono anche gli operatori a causa dei ritmi di lavoro a cui sono da troppo tempo ingiustamente sottoposti».