FABRIANO – Costerà molto caro ai 6 studenti quanto fatto un mese fa al termine delle attività di alternanza scuola lavoro presso l’azienda agraria dell’Istituto Tecnico Agrario Vivarelli, a Fabriano. Uno di questi ha maltrattato un agnello che è rimasto paralizzato e dopo pochi giorni è morto. Quindi ad agire solo uno di loro e gli altri fermi a guardare. «Alla luce di quanto accaduto, la scuola ha sporto denuncia, col conseguente procedimento penale rispetto al quale vige il segreto istruttorio, e parallelamente ha avviato i procedimenti disciplinari di sua competenza», conferma il dirigente dell’Istituto superiore fabrianese, Emilio Procaccini. Ma, secondo quanto annunciato dall’associazione italiana difesa animale e ambiente Aidaa, si potrebbe aggiungere una seconda denuncia. «Uno dei ragazzi avrebbe ripetutamente calciato un pallone colpendo gli animali. Mentre questi fuggivano spaventati, uno studente avrebbe anche catturato un agnello, lanciandolo fuori dal recinto, poi acciuffandolo e lanciandolo di nuovo, questa volta all’interno del recinto. L’agnello avrebbe riportato la paralisi degli arti, morendo dopo una tremenda agonia».
Maltrattamento ed uccisione di animali, aggravato dai futili motivi. Questa l’accusa dell’associazione che ha preannunciato una denuncia alla procura di Ancona. Denuncia che, per l’appunto, va ad aggiungersi a quella già presentata dalla scuola.
Provvedimenti disciplinari
Accanto a ciò, i provvedimenti disciplinari preannunciati dal Dirigente scolastico dell’Agrario di Fabriano, «che saranno attuati nel prossimo anno scolastico e prevedranno, con obbligo di frequenza delle lezioni curricolari, lo svolgimento di attività educative e riparative presso cliniche veterinarie ed enti del terzo settore». I sei studenti, alcuni minorenni, «venivano da una settimana in cui sono stati istruiti sulla gestione degli animali non ci spieghiamo come sia potuto succedere. La scuola, nonostante la profonda amarezza, rifugge da sentimenti di punizione fine a sé stessi e sta agendo affinché i giovani possano essere messi nelle condizioni di comprendere l’insensatezza dei gesti», conclude il dirigente scolastico.