Jesi-Fabriano

Fabriano, in centinaia al funerale di Francesco Merloni. Presenti anche Prodi, Letta e Casini

Le parole dell’ex presidente del Consiglio, Enrico Letta: «Francesco Merloni era unico, non c’è un altro imprenditore come lui. Il suo sguardo sempre rivolto al futuro è un insegnamento fortissimo per tutti noi»

Funerali di Francesco Merloni

FABRIANO – Cattedrale di San Venanzio a Fabriano gremita per l’ultimo saluto a Francesco Merloni, morto a 99 anni nella sua villa martedì scorso, primo ottobre.

I familiari dell’ex ministro, politico di lungo corso, imprenditore e fondatore dell’odierna Ariston Group, sono stati circondati dall’affetto di tantissime persone, dai cittadini agli uomini politici, passando per esponenti del mondo dell’economica e della cultura. Fra questi l’ex premier Enrico Letta. «Francesco Merloni era unico, non c’è un altro imprenditore come lui. Questo è un giorno di grande tristezza, nessuno di noi era preparato a questo momento. Francesco Merloni è stata una persona straordinaria, di impatto sul territorio, di impatto sull’economia, sulla politica, sulla cultura e lascia una eredità impressionante. Il suo sguardo sempre rivolto al futuro è un insegnamento fortissimo per tutti noi», le parole dell’ex presidente del Consiglio.

A celebrare il rito funebre, il cardinale Edoardo Menichelli, il vescovo della Diocesi Fabriano-Matelica, Francesco Massara, l’emerito Giancarlo Vecerrica, insieme a molti sacerdoti. Presenti, tra gli altri, anche l’ex presidente della Camera, Pierferdinando Casini, e l’ex presidente del Consiglio, Romano Prodi. Oltre, naturalmente, al sindaco di Fabriano, Daniela Ghergo, al presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli e a tutte le massime Istituzioni locali e regionali, civili e militari.
«Francesco Merloni era un insieme di saggezza politica e di istinto imprenditoriale e il tutto con una grande serenità e un grande senso di equilibrio», il ricordo di Romano Prodi al termine delle esequie. 

Il funerale di Francesco Merloni

«Desideriamo presentare a Dio il nostro caro Francesco. Confesso, a te Cecilia, la mia difficoltà a donarvi una riflessione serena. Custodisco incontri, dialoghi, amicizia e spazi di coscienza e riflessioni con Francesco in tanti anni. Un dono personale. Abbiamo il compito di considerare la vita come dono e servizio, per il bene nostro e degli altri. Francesco e la sua storia hanno dato, la misura del bene personale, familiare e sociale. A partire da Aristide. Civiltà, solidarietà, progetti, obiettivi, speranze nuove, una fedeltà alla Missione. Chiediamo la consolazione per i parenti e per la grande famiglia. Custodite la consolazione di Dio. Abbiamo il dovere di andare avanti. La morte ci toglie lo sguardo, ma non l’anima. La memoria intima non svanirà mai. Tutelate la memoria sociale. Il lavoro che si dà non è un regalo, ma un dono di dignità. Ricordate con gratitudine», le parole del cardinale Menichelli durante l’omelia.

L’ingresso del feretro nella Cattedrale di Fabriano

A prendere la parola, il figlio Paolo Merloni, al termine delle esequie. «Papà è difficile parlare qua. Sai bene che abbiamo passato una vita sempre vicini. Fianco a fianco. Dappertutto anche lottando in ospedale contro il Covid. Tutti sono qua per te, ti hanno conosciuto. Ti ammiro tantissimo. Hai avuto una vita semplicemente meravigliosa, arrivato a 99 anni con salute, armonia e serenità e tanti successi sociali, personali e imprenditoriali. È il frutto delle tue qualità e di ciò che hai saputo costruire. Hai scelto sempre il bene. Grazie papà, grazie mio grande papà per avermi messo al mondo, per avermi aiutato a crescere, ogni giorno instillando valori. Sei un gigante, stai sicuro che farò buon uso della tua forza e del tuo esempio», ha concluso.

Poi ha preso la parola uno dei nipoti di Francesco Merloni. «Grazie per il tuo amore e i tuoi insegnamenti. In questi giorni sei ricordato per aver illuminato la vita di tanti. Sei stato la colonna portante della famiglia. Hai donato te stesso, per noi ed è ciò che di più grande ci porteremo nel cuore. Il tuo sorriso cambiava la giornata. Grazie, in noi vivrà la tua serenità. Fai buon viaggio».

Un lungo applauso ha, quindi, accompagnato l’uscita del feretro dalla Cattedrale di San Venanzio.

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