Jesi-Fabriano

L’ultimo commosso saluto a Stefano Stronati sulle note di “Io vagabondo”

Nella chiesa Regina della Pace di Jesi oggi, primo febbraio, i funerali del 48enne deceduto nell'incidente alla stazione di Palombina. Tanta gente e tanta commozione

Funerale Stefano Stronati
L'applauso al feretro di Stefano Stronati dopo la celebrazione del rito funebre nella chiesa Regina della Pace

JESI – Non solo un lungo, commosso, applauso dei tanti presenti sul sagrato della chiesa Regina della Pace.

Ad accogliere il feretro di Stefano Stronati, all’interno, anche le note dei Nomadi e la voce rimasta nel tempo unica e bellissima di Augusto Daolio con “Io vagabondo“. Canzone, nella quale si riconosceva, che è stata ancora proposta alla fine del rito funebre di oggi, primo febbraio, giorno dei funerali del 48enne deceduto domenica scorsa nell’incidente alla stazione di Palombina.

Fiori sui due gradini che portano all’altare. E tra i fiori una sua foto. Il vice parroco, don Emanuele Contadini, nell’omelia ha voluto ricordare come «anche se per noi c’è il dolore del distacco, Stefano ci è accanto in un modo diverso. E la nostra speranza è che il Signore accenda di luce i nostri momenti di buio».

Tra la tantissima gente presente c’era anche una rappresentanza della Croce Verde di Jesi, con il presidente Jacopo Colini, della quale la sorella Barbara è una volontaria. Toccanti i momenti delle commemorazioni, tra cui quella di una delle figlie, dove ognuno ha ricordato soprattutto la sua generosità, il suo grande cuore, la sua simpatia, il suo essere sempre a disposizione della famiglia, degli amici, degli altri.

″Io, vagabondo che son io, vagabondo che non sono altro, soldi in tasca non ne ho, ma lassù mi è rimasto Dio…″. È stato l’ultimo commosso saluto prima di raggiungere il cimitero cittadino.

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