Jesi-Fabriano

Cyberbullismo: l’insidia si nasconde nella rete, anche nelle Marche

La dottoressa Katia Marilungo analizza insieme a noi il fenomeno che è purtroppo in crescita. Le Marche prima regione a promuovere la legge sulla psicologia scolastica

Katia Marilungo, presidente Ordine degli Psicologi Marche

ANCONA – Sono oltre un milione gli studenti tra i 15 e i 19 anni che nel corso del 2024 hanno subito episodi di cyberbullismo. Il 47% degli adolescenti di quella fascia d’età. E il dato, purtroppo in crescita, per l’anno 2024 fa registrare il valore negativo più alto di sempre. Un pessimo record. Nella giornata mondiale contro il Cyberbullismo, emerge che il fenomeno,diffuso e senza distinzioni di genere, sta crescendo in maniera allarmante e anche la nostra regione purtroppo non è esente dalle conseguenze, spesso addirittura drammatiche, di questo fenomeno.

Le modalità di aggressione variano tra i generi. La modalità aggressiva più diffusa, per maschi e femmine, è l’invio di insulti in una chat di gruppo. I ragazzi, poi, tendono a ricorrere a minacce dirette e insulti pubblici sui social, esponendo la vittima a un pubblico più ampio. Le ragazze, invece, preferiscono forme di bullismo più indirette, come l’esclusione dai gruppi online e la diffusione non autorizzata di contenuti personali. Bullismo e cyberbullismo prendono di mira soprattutto l’aspetto fisico (per il 79% dei casi, secondo l’indagine dell’Osservatorio indifesa realizzato da Terres des Hommes, con OneDay e ScuolaZoo), poi l’orientamento sessuale (15%), la condizione economica (11%), l’origine etnica e geografica (10,5%), l’identità di genere (9%), la disabilità (5%) e la religione (4%). E le conseguenze sulle vittime sono gravissime e diverse. Si va dalla perdita di autostima, sicurezza e fiducia negli altri, fino agli attacchi di panico, l’ansia sociale, l’isolamento sociale e l’allontanamento dai coetanei.

«Molto spesso i ragazzi fanno fatica a parlare in famiglia di questi loro problemi – ci spiega la dottoressa Katia Marilungo, presidente uscente dell’Ordine degli Psicologi delle Marche – sia per una forma di timidezza che per non gravare i genitori di un problema laddove magari in casa ce ne sono già altri, per non aggiungere preoccupazione. Il nostro appello, come Ordine degli Psicologi, è alle famiglie: non colpevolizzatevi se non siete riusciti o non riuscite a decifrare questa problematica nei vostri figli, è normale per la maggior parte dei genitori non avere gli strumenti necessari a intercettare il problema e cogliere i segnali del disagio delle vittime di cyberbullismo. Per questo assume maggiore rilevanza la presenza degli psicologi sia nelle scuole che nei contesti sportivi, questi professionisti hanno tutti gli strumenti per cogliere le avvisaglie del problema e intervenire».

L’Ordine degli Psicologi ha sempre portato avanti un incessante lavoro di sensibilizzazione nelle scuole, nella società e nello sport attraverso un dialogo diretto con il Coni. Purtroppo, negli ultimi anni, il numero di cyberbulli-vittime è aumentato senza sosta. L’uso sempre più diffuso dei social media e dei videogiochi sta contribuendo ad intensificare il fenomeno, creando un ambiente in cui il cyberbullismo può proliferare più facilmente. Le piattaforme digitali offrono nuove opportunità per attacchi anonimi e per l’isolamento sociale, senza dimenticare l’influenza che questi spazi hanno sul comportamento offline.

«Le altre problematiche legate al cyberbullismo possono essere anche l’isolamento sociale, inteso come abbandono delle attività della vita quotidiana e chiusura in un mondo digitale – continua la Marilungo – ma anche disturbi relazionali e perfino dispersione scolastica. Sono rischi elevati, perché al contrario del bullismo che è circoscritto nel tempo e nello spazio, il cyberbullismo non lo è, i contenuti diffusi in rete vi restano e vengono amplificati dalle visualizzazioni: la vittima si sente intrappolata senza vie di fuga». Per la complessità della problematica, l’Ordine degli Psicologi delle Marche ha promosso per primo in Italia una legge sulla psicologia scolastica. «La nostra regione – commenta con soddisfazione la dottoressa – è stata la prima in Italia ad adottare questa legge, tre anni fa, con cui vengono portati gli psicologi nelle scuole di ogni ordine e grado. La Regione Marche ha finanziato per 75mila euro il progetto, permettendo a oltre 30 istituti scolastici, di beneficiare di professionisti a disposizione di studenti, docenti e personale Ata, figure calate con i loro interventi nel contesto in cui la scuola si trova, poiché ciascuna avrà problematiche differenti».

Problematiche che si traducono in numeri. Nella regione Marche il 14,3% dei ragazzi marchigiani tra gli 11 e i 13 anni ha subìto episodi di cyberbullismo. Lo scorso anno, il caso più eclatante, drammatico e doloroso di un ragazzino di 15 anni di Senigallia che si è tolto la vita per essere finito nelle mire dei bulli e cyberbulli. «Un episodio sconcertante che ci ha indotto a riflettere ancora di più sull’importanze di figure in grado di decifrare tempestivamente le problematiche dei ragazzi. Non ci siamo mai fermati su questo e le nostre attività di promozione del benessere nelle scuole vanno avanti con sempre maggiore intensità».

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