JESI – Una casa famiglia pubblica, preferibilmente vicino al centro storico, per disabili soli o con famiglie che non riescono più ad assisterli nel proprio domicilio. Questo è stato l’ultimo desiderio di Daniela Cesarini, l’ex assessore ai servizi sociali, disabile, che il 25 aprile 2013 ha optato per il suicidio assistito in Svizzera. Affinché il Comune procedesse a dar seguito alla sua volontà, la pasionaria comunista ha lasciato tutti i suoi beni in eredità proprio al Municipio, che li ha venduti quasi tutti.
Ora, Nicola Filonzi di Jesiamo, Maria Chiara Garofoli di Jesinsieme, Marco Giampaoletti di Insieme Civico, Giancarlo Catani di Patto x Jesi e il presidente del consiglio comunale Daniele Massaccesi chiedono di conferirle la cittadinanza benemerita. Domani, in aula consiliare, la proposta viene messa al voto.
«Daniela Cesarini – ricordano i promotori dell’atto – ha effettuato un lascito testamentario al Comune di Jesi di indubbio valore economico, finalizzato alla realizzazione di una casa famiglia pubblica per ospiti disabili soli o con famiglie non in grado di assisterli nel proprio domicilio. È possibile, se non doveroso, e ferme le diverse iniziative che l’Amministrazione Comunale vorrà comunque adottare, valutando semmai anche l’intitolazione di una via, di una piazza, di un parco, dare un formale riconoscimento a chi ha voluto lasciare a Jesi una concreta testimonianza del proprio impegno, così manifestando la riconoscenza della Città a chi ha dimostrato un alto senso civico ed una grande sensibilità ed a chi, anche da esponente politico, ha portato avanti i suoi ideali con coerenza e combattività, lasciando segni concreti della propria presenza e della propria passione, portando avanti battaglie, affrontate con coraggio e determinazione, e volte a far sì che venissero sempre salvaguardati, prioritariamente, i diritti civili».
Jesiamo, Jesinsieme, Insieme Civico e Patto x Jesi impegnano pertanto l’amministrazione «a conferire a Daniela Cesarini, alla memoria, la cittadinanza benemerita, come segno di particolare affezione e di riconoscenza della nostra Comunità, e quale testimonianza della significatività del gesto di liberalità compiuto a favore della Città, oltre ad una vita e ad un impegno spesi a sostegno delle fasce sociali più deboli».