JESI – Una realtà imprenditoriale che, salda nei suoi 70 anni di attività sul territorio di Jesi, ora guarda al futuro con un progetto in cui si coniugano sostenibilità e tecnologia, per la realizzazione della “Casa del Commiato David-Icof”. Un servizio importante alla cittadinanza, che avverte in maniera sempre più netta l’esigenza del saluto estremo al proprio congiunto in un luogo idoneo, protetto, riservato. Un luogo in cui il dolore del lutto possa essere vissuto insieme. La “Casa del Commiato David-Icof” ha inaugurato ufficialmente il 2 ottobre, alla presenza dell’assessore alla sanità Marialuisa Quaglieri, dei soci, collaboratori e di tante persone.
«Sono felice di questa inaugurazione – dice l’assessore Marialuisa Quaglieri che ha tagliato il nastro – è la dimostrazione che c’è voglia di investire sul territorio e di offrire posti di lavoro. Si guarda al futuro, allo sviluppo e alle esigenze della collettività». Una struttura in cui i concetti filosofici di uomo e natura, terra e infinito, sono racchiusi architettonicamente e custoditi simbolicamente all’interno della nuova “Casa del Commiato”, realizzata dalle Onoranze Funebri David Icof in via Salvemini 2/4 a Jesi sulle spoglie di un edificio artigianale in disuso che, attraverso arredi, luci e colori, celebra la rinascita e la rigenerazione. Tinte cromatiche e accorgimenti estetici sono in grado di trasmettere pace e serenità nel momento del lutto, arricchiti da elementi naturali quali legno, pietra e pelle che raccontano la ciclicità della vita, il fluire delle stagioni. La benedizione della struttura, delle sale che accoglieranno i cari estinti e i loro familiari, ad opera di don Luigi Reccia.
«Il progetto è partito dall’individuazione di questo immobile dismesso che abbiamo ristrutturato e riqualificato anche con una forte attenzione all’impatto energetico – spiega l’ingegner Bruno Stronati che ha coordinato il progetto – abbiamo utilizzato le volumetrie esistenti per creare spazi funzionali e armoniosi». Ha collaborato attivamente al progetto l’interior designer Floriana Rinaldi: «La casa del commiato è stata concepita per dare vita a un luogo che abbraccia gli ospiti in un concetto di vita eterna intesa come pace e continuità – spiega – il banco reception rappresenta un grande sasso levigato nel tempo, con assenza di spigoli, dietro il banco si sviluppano dieci travi che collegano la terra al cielo come un grande albero della vita che unisce il terreno all’infinito». La Casa del Commiato David-Icof è la sintesi di una storia scritta molti anni fa da dieci soci (Aurelio Colò, Michele Colò, Edoardo Giuliani, Bruna David, Francesco David, Luca Latini, Marco Latini, Maurizio Massimi, Alessio Pierangeli, Franco Pierangeli), che hanno investito nel loro futuro e in un servizio per la collettività.
«Questo progetto è servito a rafforzare ancora di più il nostro essere squadra – dice Maurizio Massimi – abbiamo lavorato tutti con l’obiettivo di creare una struttura che ci rendesse competitivi sul mercato e che ci permettesse di offrire alle persone i servizi migliori e la lucidità necessaria nel difficile momento del lutto, visto che siamo i primi a essere chiamati nel momento del decesso. Vogliamo stare accanto alle famiglie con presenza, professionalità e discrezione per aiutarle a vivere il lutto nella maniera più delicata possibile». La storia di David Icof inizia alla metà degli anni Sessanta a Jesi e Cupramontana. «Oggi siamo alla quarta generazione a portare avanti l’attività di famiglia – spiega emozionata Bruna David – mio nonno Francesco nel secondo dopoguerra diede il via all’attività, era un falegname e artigiano, realizzava le casse con gli intagli fatti a mano. Poi ha lasciato l’attività ai figli, mio padre e i miei zii, poi a me e mio fratello Francesco. E oggi abbiamo coinvolto anche i miei figli Edoardo e Giammarco, che sono la quarta generazione. Questo mi emoziona e mi rende particolarmente felice. Guardiamo al futuro certi che quanto fatto dal nonno non andrà disperso».
Disposta su circa 560 metri quadrati distribuiti fra due piani, ad esclusione della corte esterna, la Casa del Commiato David Icof è dotata di pannelli solari che forniscono l’80% dell’energia elettrica necessaria al suo funzionamento e può contare su di un cappotto termico per ridurre al minimo le emissioni. Si avvale inoltre di una cella frigorifera di grandi dimensioni per la sosta prolungata delle salme qualora sorgessero problematiche legate ai loculi, ai trasporti o alle cremazioni.