JESI – Stato di abbandono del quartiere San Giuseppe, in particolar modo della zona del Campo Boario.
È la segnalazione fatta da alcuni residenti del quartiere che chiedono una maggiore cura e attenzione da parte delle istituzioni. «I residenti da anni denunciano lo stato di abbandono del quartiere – rivela Daniele Fancello, residente in zona -. Da tanto tempo sono ben visibili gravi situazioni di degrado e di povertà, che in numerose occasioni sono strettamente legate all’abuso di droghe e alcool, alla prostituzione e più recentemente anche alla ludopatia. Per affrontare queste problematiche servono cure e attenzioni da parte di chi governa la città, ed è ben evidente che le risposte legate solo a criteri di fattibilità economica non sono sufficienti a recuperare una situazione di grave degrado».
Gli interventi che hanno interessato il quartiere sino ad ora non sono sufficienti, secondo i residenti: «Serve una presenza reale e costante di tutte le Istituzioni, insieme a politiche culturali, dei servizi sociali e soprattutto il coinvolgimento di tutti gli abitanti del quartiere in progetti di riqualificazione al fine di migliorare la qualità della vita di tutti. Se si interviene ora, prima che sia troppo tardi, il quartiere San Giuseppe potrà essere una grande risorsa culturale ed anche economica di Jesi. Venite a fare un giro per il quartiere…i murales sono belli e richiamano già tanti visitatori…ma il resto dello spettacolo fa fuggire via tutti. Facciamo in modo che tutto sia bello ed accogliente giustamente chiedendo l’impegno in primis di chi ci vive ma anche l’aiuto di tutta la città».
Un aiuto a cui sta contribuendo la giovane cooperativa di tipo b “Odòs” che su invito di due privati che da anni lavorano a San Giuseppe, sta sistemando la rotatoria del quartiere con piante e decorazioni. L’intervento, spiega uno degli imprenditori coinvolti, è «un piccolo investimento per San Giuseppe, un’azione che facciamo come imprenditori ma soprattutto come cittadini affinché sia da esempio per vivere il quartiere in maniera civile e consapevole».