JESI – Siringhe e pattume, giochi rotti e lasciati lì, tra l’erba e le panchine. Bottiglie di vetro disseminate, recinzioni abbattute, fuochi appiccati. Mentre nel salotto buono di Jesi si dibatte sulle opportunità milionarie di un testamento piovuto dal cielo con cui passare in sala trucco le due piazze principali spostando i monumenti, altre zone sono invece completamente dimenticate. Lasciate in balìa del degrado, dei vandali, dell’incuria. Zone in cui trovano rifugio le fragilità, le dipendenze e la delinquenza.
Ce ne sono diverse, ecco la nostra mappa, che tracciamo anche grazie all’aiuto di Daniele Fancello (presidente Anpi comitato provinciale Ancona) e ad alcune immagini che ha scattato ieri pomeriggio e che ci ha messo a disposizione.
Partiamo da Fonte San Marco. Un luogo che fino a non molto tempo fa era simbolo di vita, frequentato anche dalle scolaresche per i progetti sul passato di Jesi e legati all’adozione di luoghi simbolo. Sorge a fianco dell’antica chiesa trecentesca, ma oggi è in stato di completo abbandono. Un monumento storico e culturale, dove anticamente andavano a prendere l’acqua e lavare i panni, ma che oggi è rifugio di tossici, come testimoniano le siringhe abbandonate per terra.
«Mentre la maggioranza che amministra Jesi pensa a spostare le fontane, c’è una gran parte della città abbandonata a sé stessa – commenta Fancello -: le siringhe dentro la “Fonte San Marco” ci dicono che le persone più fragili sono abbandonate a sé stesse e che manca un serio programma di prevenzione dalle tossicodipendenze e del recupero delle vittime delle droghe. Sono passato ieri e non ho potuto fare a meno di fotografarle… che tristezza».
E se nella antica fonte resiste la statuetta di San Marco Evangelista, è pur evidente come incuria, sporcizia e degrado siano padroni di questo luogo, il cui restauro lo scorso anno era anche inserito tra quelli proposti dall’art-bonus. Altre siringhe erano state trovate, nei mesi scorsi, anche agli Orti Pace e al Campo Boario.
«Passo dopo passo – continua il presidente Anpi -, dal Campo Boario, agli Orti Pace e oggi dalla “Fonte San Marco” arriveranno fin sotto il Comune. Hanno voluto mettere telecamere ovunque, ma ancora non hanno gli occhi per vedere quello che accade realmente nella città che amministrano ed ogni giorno è sempre più tardi nell’attesa che prendano iniziative concrete per il bene di Jesi, degli Jesini e di chi frequenta la nostra città».
In particolare agli Orti Pace erano anche stati segnalati dei giochi per bambini rotti, le cui parti staccate sono rimaste lì, tra l’erba e le panchine. «Due mesi fa c’era un’altalena divelta che è rimasta tale e quale, neanche le parti rotte sono state rimosse, eppure è un parco frequentato da molte famiglie».
Al Campo Boario, durante i lavori di realizzazione della pista ciclabile, erano stati accidentalmente divelti i pali della recinzione dell’area, che sono rimasti abbattuti. Non essendo stata ripristinata la recinzione, l’area è accessibile a chiunque.
La Fonte del Tornabrocco: anche questa zona, anni fa in balìa del degrado, era stata risistemata grazie anche a un progetto di adozione dei luoghi cittadini da parte delle scuole. Era insomma tornata a nuova vita, una vita e un decoro che sono durati purtroppo poco. Oggi l’antica fonte alle porte di Jesi si presenta come un luogo sporco, degradato, allagato e rifugio di sbandati e tossici.
Al Parco della Granita, altri giochi erano stati danneggiati dai vandali ma nessuno ha provveduto a risistemarli o rimuoverli. Così come al Parco del Vallato, dove ignoti hanno danneggiato l’altalena per ragazzini speciali installata grazie al sostegno del “Dream Day” di Selena Abatelli.
Giusto venerdì 4 dicembre, davamo voce alla denuncia di un cittadino che segnalava una grave situazione di degrado e sporcizia in via Binda, dove sorgeva il centro di brucatura delle caprette e ora vi sono arredi devastati, resti di fuochi accesi, bivacchi e immondizia.
Un degrado che si avvicina sempre più al centro, con gli atti vandalici messi a segno ai danni dell’ex laboratorio analisi di corso Matteotti dove il Comune ha provveduto a far chiudere con pannelli di legno le finestre e gli ingressi allo stabile dell’ex ospedale civico (in attesa della demolizione) per evitare intrusioni, ma la soluzione tampone non ha fermato le bande di ragazzini che si radunano nei giardinetti sottostanti facendo schiamazzi e danni, lanciando sassi e pietre contro i pochi vetri delle finestre rimasti integri per frantumarli.
Insomma l’attenzione deve essere rivolta a tutta la città, non solo a quegli spazi dal cui restyling possono fioccare denari.