Jesi-Fabriano

Disabilità, il collasso dei servizi distrettuali

Centomila abitanti nel distretto jesino e per la disabilità adulta c'è una sola assistente sociale. Il Gruppo solidarietà fa il punto delle criticità

JESI – «E’ inarrestabile l’agonia dei servizi distrettuali con funzione di valutazione dei bisogni e di presa in carico delle persone con disabilità. Nel territorio del Distretto di Jesi, con una popolazione di circa 100mila abitanti, ad oggi, per le persone con disabilità adulta è presente una sola assistente sociale». A farlo sapere è il Gruppo Solidarietà, realtà di volontariato che dal 1970 si occupa di sociale nel nostro territorio.

«E’ paradossale – continua il Gruppo Solidarietà – che mentre da un lato non si fa che parlare dell’importanza di questa funzione, contemporaneamente se ne sancisca la sostanziale fine. In un decennio solo a riguardo della funzione di servizio sociale nel territorio di Jesi nelle aree disabilità, salute mentale, anziani, non ci sono state sostanzialmente sostituzioni delle numerose cessazioni dal servizio. E mentre si indica l’indispensabilità di valutazioni multidisciplinari contemporaneamente queste équipes, di fatto, vengono ridotte a singole unità che tutto possono fare eccetto quello che dovrebbero: la presa in carico delle persone. Una situazione che equivale ad un taglio dei servizi». Quello che più preoccupa il Gruppo con sede a Moie di Maiolati è che questa situazione ha ricadute pesanti sulla qualità della vita dei disabili e delle loro famiglie. «Il personale in questione appartiene all’Asur e a questa compete garantire i servizi. Se la responsabilità è da addebitare alla Regione Marche che non permette le sostituzioni (blocco turn over) deve essere detto con chiarezza. Regione Marche che ha la grandissima responsabilità di non aver mai definito la dotazione minima delle Unità multidiscplinari. Un settore il cui ultimo intervento normativo risale al 2002».

Anche comuni e Asp 9 devono assumersi responsabilità: «perché molti servizi di cui sono titolari o co-titolari (servizi educativi scolastici ed extrascolastici, servizi di assistenza, servizi diurni e residenziali), soffrono a causa della cronica mancanza di personale delle Unità multidisciplinari. Sofferenza dei servizi significa sofferenza delle persone che li fruiscono. Non risulta, infatti, alcuna formale presa di posizione in proposito. Sguarnire, abbandonare, questi servizi, come sta accadendo da troppo tempo, significa lasciare persone e famiglie ancora più sole, una formale presa di distanza dalle loro necessità, un pesante invito alla privatizzazione del loro bisogno. Non solo le persone coinvolte, ma l’intero territorio non meritano questa deriva».