Jesi-Fabriano

Discarica, Castelbellino e Monte Roberto ricorrono al Tar

Lo avevano annunciato ed ecco l'ufficializzazione: i comuni di Castelbellino e Monte Roberto si appellano al Tar per dire "no" all'ampliamento della Cornacchia di Moie di Maiolati Spontini

La discarica Cornacchia di Moie di Maiolati

MOIE DI MAIOLATI SPONTINI – La vicenda dell’ampliamento della discarica Cornacchia di Moie tiene ancora banco: dopo l’ok per la riconversione arrivato con il parere favorevole della Provincia di Ancona e l’inevitabile soddisfazione del comune di Maiolati Spontini, altre realtà locali avevano invece espresso dubbi e criticità sull’impianto. In prima linea il comune di Castelbellino che insieme a Monte Roberto hanno annunciato ricorso al Tar: impugnata quindi la determinazione della Provincia di Ancona con la quale «è stata autorizzata la richiesta di ampliamento della discarica Cornacchia di Maiolati Spontini» fanno sapere. Tale autorizzazione, che ha come effetto pratico l’ampliamento della capacità di smaltimento della discarica per ulteriori 180 mila metri cubi, pari a circa due anni di attività di smaltimento, è stata impugnata dai due Comuni con una istanza depositata venerdì scorso al Tar di Ancona che ha come oggetto l’ “annullamento, previa sospensione dell’efficacia, con richiesta di misura cautelare monocratica ex art. 56 cpa”.

Il sito della discarica di Moie

L’amministrazione guidata da Andrea Cesaroni aveva già annunciato il ricorso, spiegando di voler interpretare «le ragioni della tutela del territorio e delle popolazioni residenti ormai provate dalla convivenza con l’impianto». I due enti fanno sapere inoltre, che i motivi che hanno spinto a tale scelta sono fondati sul illegittimità dei vizi e delle violazioni normative risultanti alla base del ricorso, nello specifico: «fondati su illegittimità consequenziale dell’Aia per vizi in relazione al procedimento sulla Via (valutazione di impatto ambientale, ndr), per la violazione e la falsa applicazione del Piano Regionale dei Rifiuti 2015 e per la violazione della Direttiva Comunitaria art.13 dir. 1999/31CE, violazione e falsa applicazione del principio di Precauzione, la presenza di varie illegittimità procedurali e di istruttoria per la Via e l’Aia». A determinare la decisione di rivolgersi al tribunale, sarebbe stato anche il comportamento del comune di Maiolati che ha «sempre manifestato l’obiettivo di procedere ad ulteriori nuovi ampliamenti utilizzando le ultime deliberazioni della Provincia di Ancona; il prolungamento dell’attività di smaltimento per altri due anni, è stata considerata funzionale soltanto al mantenimento dell’attività stessa, senza la presentazione di alcuna iniziativa di riconversione del sito e dell’attività svolta dalla Sogenus, in attesa di procedere verso nuovi ampliamenti utilizzando come riferimento normativo alla base dei progetti le stesse risultanze normative con le quali è stata emessa l’ultima autorizzazione in oggetto del ricorso».

Maiolati non avrebbe sentito ragioni quando le altre amministrazioni hanno chiesto di porre fine alla discarica entro il 2019, anzi ha confermato la volontà di procedere «al disinterramento della copertura delle vasche già chiuse da anni richiedendo nuovamente una riprofilatura ed un nuovo profilo di abbancamento che avrebbe comportato un nuovo ampliamento fino alla capacità considerata possibile in riferimento alla propria interpretazione normativa».