FABRIANO – Oltre mezzo milione di ore di produzione perse nel 2023 nel distretto industriale di Fabriano tra fermate aggiuntive, ricorso ad ammortizzatori sociali conservativi e contratti di somministrazione non rinnovati. E per il nuovo anno, il 2024, nel settore dell’elettrodomestico sono previsti volumi produttivi ai minimi storici, «ci hanno paventato un ritorno ai volumi del 2013», dichiara il componente della segreteria provinciale della Fiom, nonché responsabile per il distretto fabrianese, Pierpaolo Pullini, che torna a chiedere la convocazione urgente del tavolo di crisi da parte del ministero delle Imprese e del made in Italy.
La dichiarazione
«Gli sconvolgimenti geo politici derivanti dalle guerre, i processi inflattivi e la mancanza di fiducia nel futuro stanno avendo pesantissime ricadute sull’economia e sulla produzione industriale e in particolare nel settore dell’elettrodomestico. La crisi di mercato cominciata dopo l’inizio del conflitto in Est Europa, si sta ulteriormente aggravando e per il 2024 non sembrano esserci segnali di ripresa», evidenzia Pullini. Solo nel territorio fabrianese, «la stima che facciamo è che si siano perse oltre mezzo milione di ore di produzione tra fermate aggiuntive, ricorso ad ammortizzatori sociali conservativi e contratti di somministrazione non rinnovati. Ci hanno paventato un ritorno ai volumi del 2013».
Secondo il componente della segreteria provinciale della Fiom «tutte le principali aziende del settore denunciano una forte perdita di fatturato ma, ancora più grave, della marginalità, cioè dei guadagni: la logica finanziaria che troppo spesso ne consegue è quella di mettere in campo operazioni di riposizionamento dei volumi produttivi su scala planetaria, le cui ricadute occupazionali e produttive in Italia sono imprevedibili, ma rischiano di essere drammatiche, soprattutto per mancanza di politiche industriali vere da parte del Governo».
La Fiom di Ancona «ritiene irrimandabile la convocazione, da parte dell’Esecutivo, del tavolo di crisi di settore presso il Mimit che ormai chiediamo da tempo, sia per le operazioni di vendita e riorganizzazione dei principali players presenti nel Paese e nel fabrianese, sia per individuare le azioni da mettere in campo per il mantenimento ed il rilancio del settore in Italia. In ballo, in prospettiva, rischia di esserci la sopravvivenza dell’intero asset produttivo sul territorio nazionale. Non si affrontano i problemi del lavoro senza il contributo fondamentale delle lavoratrici e dei lavoratori: siamo pronti anche a fare le nostre proposte e a condividere la nostra visione industriale», conclude il responsabile del distretto industriale di Fabriano per la Fiom, Pierpaolo Pullini.