Jesi-Fabriano

Distretto produttivo di Fabriano: contrazione della produzione e diminuzione del fatturato del 10%

A dirlo è Pierpaolo Pullini della segreteria provinciale della Fiom e responsabile per l’area del fabrianese rispetto al primo mese del 2024

Pierpaolo Pullini
Pierpaolo Pullini

FABRIANO – «Il mese di gennaio fa segnare un’ulteriore contrazione della produzione e diminuzioni di fatturato che arrivano fino al 10% sullo stesso mese dell’anno precedente per le aziende del distretto produttivo di Fabriano». A dirlo è Pierpaolo Pullini della segreteria provinciale della Fiom e responsabile per l’area del fabrianese. «Tutte le principali aziende stanno facendo ricorso a giornate di fermo per sopperire al calo di ordini, con l’utilizzo della cassaintegrazione piuttosto che delle spettanze delle lavoratrici e dei lavoratori. Resta il fatto che non c’è saturazione produttiva mentre crollano le marginalità delle imprese».

La convocazione

Anche questo sarà un dato che verrà preso in esame il prossimo 22 febbraio, giorno di convocazione del tavolo dell’elettrodomestico al MIMIT, «ma sarà importantissimo iniziare una discussione di merito sulle azioni di politica industriale da mettere in campo per la sopravvivenza produttiva del settore in Italia», prosegue Pullini. «Sarà fondamentale che il Governo si confronti seriamente ed ascolti le nostre proposte, che come FIOM abbiamo consegnato al Prefetto di Ancona il 16 gennaio scorso. Diventa ormai fondamentale che anche la Regione Marche intervenga nella discussione per la sopravvivenza dei siti marchigiani, anche dentro le operazioni di vendita da parte delle grandi multinazionali, come si sta facendo in altri territori». Questo perché «c’è necessita di salvaguardare e sostenere la riconversione della filiera e della catena di fornitori, che comunque ruota attorno ai grandi presidi industriali, dove si sta lavorando a regime notevolmente ridotto a causa della contrazione /o spostamento del mercato».

Entro aprile prossimo, poi, si dovrebbe perfezionare la nascita della nuova società costituita al 75% dai turchi di Arçelik A.Ş e per il restante 25% dagli americani di Whirlpool per il business europeo dei grandi elettrodomestici, dunque con tutti i siti italiani, compresi ovviamente i marchigiani, della multinazionale americana. La Fiom ha sempre chiesto la salvaguardia dei livelli occupazionali e, quindi, dei siti. «Si pensi solo che allo stabilimento Whirlpool di Melano, ci lavorano circa 500 dipendenti, se si considerano le giornate di fermo dell’ultimo semestre del 2023 ed i primi due mesi del 2024 si potrebbe generare un esubero di un terzo della forza produttiva, nonostante non si siano perse quote, se l’attuale situazione diventasse strutturale e se non si intervenisse facendo “sistema”, per cambiare le cose. Rischio che speriamo fortemente possa essere scongiurato se l’operazione di acquisizione/fusione con Arcelik sarà finalizzata e se porterà i risultati sperati. Proprio per questo è fondamentale che il Pubblico intervenga nel merito della discussione, agevolando il coinvolgimento delle parti sociali e dando forza e valore alle loro proposte. Servono interventi concreti e capacità progettuali di breve e lungo periodo prima che i processi diventino irreversibili», conclude Pierpaolo Pullini della segreteria provinciale della Fiom e responsabile per l’area del fabrianese.

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