ANCONA – Contatta un avvocato su internet per un divorzio lampo in Romania ma la pratica non decolla e allora lo denuncia per truffa ed esercizio abusivo della professione. Con queste accuse una romena di 43 anni, residente nello Jesino, è finita a processo. Ieri la condanna ad otto mesi, al tribunale dorico. A farla finire sul banco degli imputati è stata una 33enne di Lecco che voleva divorziare dal marito nel più breve tempo possibile.
Stando a quanto ricostruito in aula, la 33enne aveva letto degli articoli di giornale che parlavano di divorzi lampo, possibili in Romania. Navigando su internet aveva trovato il sito della romena che presentandosi come avvocato garantiva divorzi brevi nel suo paese. I primi contatti tra le due donne sono iniziati nel 2012. Nel 2013 la 33enne va in Romania perché per fare il divorzio lampo in quel paese era necessario avere la residenza là. Porta i documenti, si incontra con la 43enne, pagando, stando all’accusa, anche mille euro in contanti come acconto per la pratica. Poi riparte e torna in Italia. Tramite bonifico invia altri 1.500 euro alla romena e attende il divorzio. Passano mesi ma nessuno, dal tribunale, chiama la 33enne che allora si insospettisce e si rivolge ad un avvocato italiano. Il nuovo legale, fatte alcune ricerche, avrebbe verificato che la romena non era un avvocato riconosciuto e quindi le scrive una mail per sollevarla dall’incarico chiedendole la restituzione degli acconti dati e i documenti che la cliente aveva consegnato per il divorzio. Il denaro non è stato restituito e nemmeno i documenti. Così nel 2014 è scattata la denuncia. Stando alla difesa della romena, che valuterà se ricorrere in appello, è tutto da provare che non sia un avvocato perché l’accusa non ha fornito un documento che lo provi.