JESI – Italo De Curtis e Luigi Teodosi. Sono i due jesini insigniti dal Centro Studi Marche (CE.S.MA) del premio “Marchigiano dell’Anno per il 2017”, distinzione onorifica che ogni anno viene assegnata, dal 1984, a quanti, originari della nostra terra, si sono particolarmente segnalati nei settori della cultura, dell’imprenditoria, dell’arte, della ricerca scientifica, dello sport e della pubblica amministrazione, onorando in tal modo la loro regione di provenienza.
L’onorificenza è stata consegnata qualche giorno fa nella splendida cornice della sala Zuccari di Palazzo Giustiniani a Roma, sede della Presidenza del Senato della Repubblica.
Italo De Curtis, 81 anni, responsabile regionale e poi centrale della Federazione Universitaria Cattolici Italiani, è entrato giovanissimo al Quirinale, diventando capo della segreteria particolare del presidente Sandro Pertini e vicesegretario generale amministrativo. «Sono stato molto contento quando mi hanno comunicato che avrei ricevuto questo premio – commenta De Curtis -, ma anche un po’ imbarazzato, non essendo marchigiano di nascita. Sono originario di Nuoro, sebbene abbia frequentato le scuole a Jesi. Ho sempre pensato che la propria patria sia dove si hanno gli amici e dove si hanno frequentato gli studi. Personalmente, mi sento un rappresentante di questa bellissima regione. Dico sempre di essere di cultura marchigiana e di civiltà jesina. Alcuni sostengono addirittura che ne ho l’inflessione dialettale, ne sono fiero. Questo riconoscimento – prosegue De Curtis – è stato un motivo di grande soddisfazione, a Roma mi sento un immigrato. È sempre un piacere ritornare a Jesi, ma non questo periodo. Perché si sa, se vuoi soffrire le pene dell’inferno vai a Jesi d’estate e Cingoli d’inverno. Ho servito 8 presidenti, da Segni, a Napolitano. E mi ha fatto molto piacere rivedere Teodosi, un amico di infanzia».
Luigi Teodosi, 82 anni, ha esposto, nel suo lungo itinerario artistico, nei musei più prestigiosi al mondo. Le sue opere, che negli anni hanno attraversato varie stagioni stilistiche, dal figurativo all’astrattismo al polimaterico al concettuale, figurano nelle più importanti collezioni di arte contemporanea in Italia e alla Pinacoteca Civica di Jesi, dove sono conservate due opere tra le più significative della sua vasta produzione, alla quale ha affiancato per decenni l’insegnamento al Liceo Artistico “Edgardo Mannucci”, della cui sezione jesina è stato uno dei fondatori. «Inizialmente pensavo fosse uno scherzo dell’amico Giovanni Filosa – dice l’artista -. Poi, quando ho realizzato, sono stato davvero contento e onorato. È un premio prestigioso perché ci sono persone davvero importantissime nelle Marche, dinamiche, giovani e innovative».