Jesi-Fabriano

Duemila persone a Jesi per dire no alle mafie

Oggi la XXIII Giornata nazionale in ricordo delle vittime innocenti. A Chiaravalle alle 15 lo spettacolo “La Spremuta” di e con Beppe Casales, sul tema del caporalato in terre di ‘ndrangheta con particolare riferimento ai fatti di Rosarno

JESI – Autorità civili e militari, scuole, i presidi di Libera di tutta la Regione Marche e tantissimi giovani hanno raggiunto Jesi per la XXIII Giornata nazionale in ricordo delle vittime innocenti delle mafie.

Un colpo d’occhio affascinante quello che ha regalato stamattina (21 marzo) il Palazzetto dello Sport di Jesi dove si è svolta la manifestazione. Causa maltempo infatti, il corteo inizialmente previsto per le vie del centro, è stato annullato e la manifestazione spostata al PalaTriccoli.

Il momento più emozionante è stata la lettura dei nomi delle vittime, circa 900, della mafia. Vittime innocenti come Attilio Romanò, aveva 29 anni quando è stato ucciso: lavorava in un negozio di telefonia a Napoli, era da solo dietro al bancone quando due sicari sono entrati e lo hanno ucciso sparandogli. Non conoscevano la sua identità e infatti avevano ammazzo l’uomo sbagliato. A ricordarlo a Jesi c’erano gli zii Gabriella Carfora e Mario Catalano: «Non vogliano e non dobbiamo dimenticare questi morti» le parole dei parenti di Romanò. Presenti anche tutti i presidi di Libera della Regione, le scuole, Paola Senesi referente regionale di Libera, l’attore Beppe Casales, il presidente del consiglio Regionale Antonio Mastrovincenzo, sindaci e assessori dei comuni marchigiani.

La giornata di oggi prosegue alle 15 a Palazzo dei Convegni di Jesi con il seminario sui beni confiscati nelle Marche e riutilizzo sociale, con approfondimento sui campi di “E!State Liberi” a cura di Stefano Sensoli presidente Cooperativa Pane&Tulipani, Peppino Paolini sindaco di Isola del Piano, Samuele Mascarin assessore al Comune di Fano e Francesco Coltorti responsabile formazione campo di Cupramontana.

Alle ore 15 ci si sposta a Chiaravalle, al Teatro Valle, per lo spettacolo teatrale “La Spremuta” di e con Beppe Casales, sul tema del caporalato in terre di ‘ndrangheta con particolare riferimento ai fatti di Rosarno del 2009 che hanno visto i migranti manifestare e ribellarsi contro i loro sfruttatori mafiosi.