Jesi-Fabriano

Elezioni europee, la preoccupazione di un imprenditore jesino

Pierluigi Bocchini, patron di Clabo, teme che l'Italia possa uscire indebolita dall'esito elettorale. Timori anche sul fronte interno, relativamente ai rapporti di forza fra M5S e Lega

Pierluigi Bocchini

JESI – Boom della Lega e crollo del Movimento 5 Stelle. La consultazione elettorale di domenica 26 maggio ha restituito un paese a trazione “verde Pontida”, con i pentastellati fortemente ridimensionati e il Pd che sostanzialmente conferma i risultati dello scorso anno. Unica consolazione, per i democrat locali, aver vinto lo scontro con il partito di Salvini a Jesi, per appena due punti percentuali. È successo solo ad Ancona, in provincia, per citare i Comuni più popolosi.

A guardare con attenzione ciò che succede a livello politico sono innanzitutto gli imprenditori, che ogni giorno si confrontano con i concorrenti globali e devono convincere i mercati a investire sulle loro aziende. Pierluigi Bocchini, patron di Clabo, è certamente fra questi. La sua impresa ha ramificazioni dall’Asia all’America e la fiducia nel sistema Italia da parte degli investitori esteri è fondamentale per lo sviluppo dei propri progetti.

«L’esito delle elezioni a livello europeo ci porrà, come Paese, in una posizione di probabile debolezza visto il posizionamento che la Lega, in Europa, ha dichiarato di assumere in termini di alleanze – è l’osservazione di Bocchini -. Sarà infatti sicuramente fuori dalla maggioranza, composta da Democristiani, Socialdemocratici e Verdi».

Timori, per l’imprenditore jesino, anche sul fronte interno. «Il rafforzamento della Lega sicuramente si farà sentire – commenta sempre Bocchini – in termini di equilibrio tra i due partiti della maggioranza, ma il fatto che tutti i dicasteri economici siano in mano ai 5 Stelle non depone a favore di un cambiamento nella politica economica, finora orientata verso l’aumento della spesa corrente finanziata in deficit. A mio avviso, dovremmo fare esattamente il contrario, aumentando gli investimenti pubblici e favorendo quelli privati, cercando di contenere quanto più possibile il deficit di bilancio e quindi riducendo il debito pubblico».