JESI – Eliminare il pregiudizio verso la malattia mentale. Nasce con questo scopo la rassegna “Malati di Niente” che sin dal 2000 propone di valorizzare le diversità per combattere lo stigma.
A presentare il fitto calendario di iniziative sono stati Gilberto Maiolatesi coordinatore del servizio Sollievo, Massimo Mari direttore del dipartimento di salute mentale di Jesi, Martina Coppari, assessora ai servizi sociali di Cingoli e vice presidente Asp e Marialuisa Quaglieri assessora ai Servizi sociali di Jesi.
A fare da cornice alla presentazione è stato Palazzo dei Convegni dove si chiude oggi la mostra organizzata dall’Atelier di pittura del Sollievo di Jesi a cura di Andrea Marconi. «Malati di niente è uno strumento di promozione della salute mentale della Rete del Sollievo che nasce per dare un’opportunità alla parola dei “senza voce”, per combattere lo stigma ed il pregiudizio nei confronti della diversità – ha detto Maiolatesi – Si tratta di una sfida innanzitutto culturale, una positiva provocazione per rivendicare l’effettivo valore del diritto di cittadinanza di chi è in condizioni di fragilità». Tra le iniziative va segnalato l’incontro con Alberto Paolini il prossimo 28 novembre: l’occasione alla II circoscrizione San Francesco di Jesi per conoscere l’autore del libro “Avevo solo le mie tasche”. Paolini aveva 15 anni quando venne chiuso nel manicomio romano Santa Maria della Pietà di Roma perché rimasto orfano. Nella più grande struttura psichiatrica d’Europa, che ospitava oltre duemila internati, rimarrà 42 anni.
Giovedì 9 novembre il Teatro Torquis di Filottrano ospita Marco Scarpini con “Per pazzia ho inteso amore”: con testi tratti dal libro di Okram Inoprax. Scarpini esprimerà attraverso la voce e il corpo la realtà a volte cruda, altre romantica della nostra epoca. Due gli appuntamenti alla Fornace di Moie con la rassegna cinematografica “Relazioni Liquide” a cura del gruppo cinema del Centro sollievo di Moie e Jesi: il 24 novembre, ore 21, con “Disconnect” anticipato da dibattito e il 6 dicembre con “Captain Fantastic”. In collaborazione con l’Atgtp il laboratorio di teatro sociale “Robin Hood.com” e “Teatroscuola” con una primaria della scuola Garibaldi di San Giuseppe.
«Il nostro è un lavoro che va controcorrente – ha evidenziato Mari – Sono diminuiti i luoghi di aggregazione per giovani, molti vivono una vita surrogata, sono sempre connessi ma soli di fatto ecco perché abbiamo proposto queste iniziative di vicinanza culturale. Le persone si illudono che allontanando un tabù, come la povertà o l’essere straniero, staranno più tranquille ma in realtà escludono parti di loro stesse: siamo in una dimensione sociale preoccupante, continuamente pieni di paure e questo è un problema di salute mentale».