CHIARAVALLE – Uccisa per 400 euro ricavati dalla vendita della collanina, di due fedi nuziali e un ciondolo d’oro. Emma Grilli avrebbe aperto la porta al suo assassino che era sceso al piano di sotto probabilmente per chiederle un prestito di soldi da spendere alle slot. Al rifiuto dell’anziana Maurizio Marinangeli, il vicino di 57 anni affetto da ludopatia e indagato per omicidio aggravato dai futili motivi e rapina aggravata, avrebbe perso la testa uccidendola con 11 coltellate. Questa la ricostruzione dei carabinieri del Reparto Operativo Nucleo Investigativo emersa dalle indagini coordinate dal pm Paolo Gubinelli che hanno portato poi alla richiesta della misura cautelare in carcere per Marinangeli (leggi l’articolo) firmata questa mattina dal gip Antonella Marrone. Diversi gli elementi che hanno portato i carabinieri a stringere il cerchio su Marinangeli e a far scattare la misura cautelare per gravi indizi di colpevolezza e per la pericolosità sociale relativa alla reiterazione del reato.
In primis il ritrovamento dei gioielli della vittima in un compro oro di Falconara dove il vicino di casa si è recato a venderli. «Ha dato il suo documento al negozio – ha spiegato il comandante provinciale dei carabinieri Stefano Caporossi – alle 11.15 era già lì. Un’ora e mezza dall’ultima chiamata che la vittima ha fatto al marito». Grilli, stando a quanto ricostruito dai militari, era ancora viva alle 9.44. A quell’ora ha telefonato da casa al marito Alfio Vichi perché aveva preso l’esito delle analisi in ospedale e gli ha chiesto di passare dal medico curante per fargliele vedere. Il coniuge, tornato a casa poco prima delle 11, l’ha trovata morta riversa sul lavandino della cucina e alle 11.01 ha chiamato il 118 per chiedere i soccorsi. Inizialmente pensava avesse avuto un malore poi ha visto le coltellate, una era profonda, laterale al collo. La vittima non era solita aprire agli sconosciuti e sulla porta non c’erano segni di effrazione. «Da quanto abbiamo raccolto tramite le testimonianze dei familiari – ha detto il tenente colonnello Americo Di Pirro, a capo del Reparto Operativo – l’anziana era una persona molto diffidente, metteva il chiavistello alla porta e non era solita aprire agli sconosciuti. Guardava sempre anche lo spioncino». Marinangeli sarebbe riuscito ad entrare con una scusa poi le avrebbe fatto la richiesta di denaro. Dopo averla uccisa si sarebbe lavato le mani nel lavandino del bagno.
L’uomo ha a suo carico una denuncia per furto, fatta dalla ex moglie dalla quale è separato, dopo l’ammanco di oro. Per la ludopatia ha anche un tutore nominato dal tribunale a protezione del patrimonio economico. Ad aprile era uscito da un centro di recupero, una comunità di Castelplanio, dove era stato ricoverato dal mese di novembre. Impegnato come aiuto cuoco in un locale della zona di proprietà del fratello non ha accesso diretto al suo stipendio che gli viene dato sotto forma di piccoli quantitativi per evitare che lo utilizzi per il gioco alle slot. Una sorta di paghetta per le spese di tutti i giorni. Quella mattina probabilmente aveva bisogno urgente di denaro. Stando alle indagini doveva anche restituire un prestito che qualcuno gli aveva fatto.
Agli investigatori mancano gli esiti dei riscontri del Ris: le impronte trovate in casa e quelle sul coltello da cucina trovato appoggiato su un mobiletto e sporco di sangue oltre al materiale biologico riscontrato sulla vittima e sempre all’interno dell’abitazione. Dovranno avvalorare o meno il quadro accusatorio contro il 57enne. Intanto l’abitazione, al quarto piano della palazzina di via Verdi 19, è stata posta sotto sequestro come anche l’automobile dell’arrestato, in concomitanza con l’arresto di questa mattina. La casa sarà ispezionata dai carabinieri del Ris. Si cercano anche vestiti sporchi di sangue che Marinangeli avrebbe indossato durante il delitto. La catenina, il ciondolo e le fedi nuziali recuperate dai carabinieri avevano tracce di sangue che saranno anche queste analizzate. Quelle sulla catenina, che Grilli portava al collo e che le sarebbe quindi stata strappata dall’assassino, sono dell’anziana. Tracce di sangue sarebbero anche nei cassetti e nel comò trovati aperti in casa dai carabinieri, quelli aperti probabilmente per cercare l’oro. In casa è stato trovato un portafogli con il denaro ancora dentro, sul letto. In casa c’era anche altro denaro, piccole somme per le spese quotidiane.