Jesi-Fabriano

Eredità Morosetti e spostamento fontana dei Leoni, l’affondo di Jesi in Comune

Il movimento d'opposizione: Il voto parlerà chiaro e ci dirà quanto interessa a questa amministrazione il confronto con i cittadini e le cittadine»

jesi in comune
In basso a sinistra i consiglieri di Jesi in Comune, Samuele Animali e Agnese Santareli insieme a Filippo Cingolani e simpatizzanti

JESI – Spostamento fontana dei Leoni, si fa sentire Jesi in Comune. Alla vigilia dell’atteso voto in consiglio comunale sul referendum popolare, il movimento d’opposizione alza la voce manifestando perplessità sull’operato dell’amministrazione.

«Lunedì 30 novembre in consiglio comunale – ricorda Jesi in Comune – discuteremo la proposta referendaria congiunta di Jesi in Comune e PD sullo spostamento della fontana dei leoni perché siano le jesine e gli jesini a decidere il futuro di due delle maggiori piazze della città. E subito dopo la Giunta presenterà un atto di indirizzo con i pareri dei due professionisti incaricati, tra cui quello della  scacchiera in piazza Federico II, per procedere all’accettazione del lascito di Cassio Morosetti. Chissà come voteranno i consiglieri e le consigliere di maggioranza liberi, stavolta, dal vincolo di mandato sottoscritto, rispetto alla proposta di referendum?». Il sindaco Bacci ha infatti lasciato libertà di voto.

«L’aver previsto al punto subito successivo lo spostamento della fontana che sarebbe proprio l’oggetto del referendum e la conferenza stampa indetta qualche giorno fa dal Sindaco per dettare la linea non ci lasciano ben sperare – le perplessità degli esponenti di opposizione -. Ma i dubbi veri rispetto allo spostamento della fontana non sono stati sciolti: quali possono essere le conseguenze giuridiche di quel “per sempre” voluto da Morosetti? Può inficiare la validità della disposizione testamentaria? Può davvero vincolare anche le amministrazioni future? E che succede se la Soprintendenza, che non ha ancora espresso il suo parere, dovesse avere delle riserve sullo spostamento? Insomma, la questione oramai nota e dibattuta da tutta la città sta prendendo una brutta piega, tra la farsa ( l’incarico di approfondimento tecnico è stato conferito ad un architetto che si era già precedentemente espresso pubblicamente in un incontro organizzato dalla stessa amministrazione comunale) ed il grottesco (un’intera amministrazione sorda alle richieste della città, arroccata nel palazzo, che darà l’ok alla richieste di un ricco nostalgico solo per accaparrarsi il bottino del “resto”)».

Il voto di lunedì, secondo Jesi in Comune, «parlerà chiaro e ci dirà quanto interessa a questa amministrazione il confronto con i cittadini e le cittadine di Jesi».