FABRIANO – Le ex Cartiere Miliani di Fabriano in vendita, forse. Non c’è ufficialità, ma neppure una smentita ufficiale rispetto ai rumor provenienti da più parti, come evidenziano fonti sindacali che hanno immediatamente chiesto spiegazioni alla Fedrigoni, proprietaria delle ex Cartiere fabrianesi, non ricevendone. Ebbene, queste non sono arrivate tramite canali ufficiali. Probabilmente si dovrà attendere settembre, mese nel quale erano stati già programmati degli incontri tra sindacati e rappresentanti dell’azienda per parlare del rinnovo degli accordi per i premi di risultati e altre questioni. «In quella sede, chiaramente se non saranno intervenute novità ufficiali in merito, riporteremo la questione chiedendo spiegazioni», si conferma dai sindacati. Insomma, il periodo pre-ferie estive sembra, all’improvviso, essersi animato. «Non avendo ricevuto comunicazioni, né soprattutto una smentita ufficiale, è legittimo da parte nostra pensare che ci sia qualcosa di vero, se non altro nelle intenzioni», proseguono i rappresentanti delle parti sociali che, dunque, si mettono in una posizione di attesa, ma con la guardia alta.
Le ex Cartiere Miliani
Le strategie del Gruppo Fedrigoni, controllato da due fondi: Bain e BC partners, sembrano essersi orientate su segmenti di fascia alta come le carte speciali, etichette anti-contraffazione, confezioni per il lusso e per i veni. Il tutto attraverso acquisizioni di aziende, effettuate e perfezionate negli ultimi anni. Sembra non rientrare più nel core business, la carta per arte, disegno e ufficio, commercializzate attraverso il brand Fabriano, e prodotte nei siti marchigiani di Fabriano, Rocchetta, Pioraco e Castelraimondo, circa 500/600 dipendenti complessivi e un fatturato che si aggira attorno ai 200milioni di euro. «Dalla Fedrigoni con la creazione della società Giano 1264, produzione della carta da ufficio, si è cercato di sondare il terreno per vendere, da oltre un anno, un asset che appare non più strategico. Vi sono state trattative con due potenziali acquirenti, ma non si è arrivati alla conclusione con la vendita, come avevamo ampiamente previsto», proseguono le fonti sindacali di categoria. «Da qui, ora, visto che non c’è ancora una smentita ufficiale, si starebbe cercando di allargare il perimetro, sondando un’eventuale possibilità di vendere tutto in blocco», proseguono i sindacati ribadendo che non si tratterebbe di un problema commerciale, ma di core business. Toccherà, dunque, attendere. Dopo alcuni giorni di cassa integrazione in questo mese, i dipendenti sono pronti ad andare in ferie per due settimane e poi ritornare negli stabilimenti. Il mercato nel primo semestre di quest’anno ha mostrato segnali di ripresa, tranne che a giugno e luglio, per l’aumento dei costi della cellulosa. Le previsioni per la seconda parte dell’anno preannunciano una stabilità, se non addirittura una ripresa. «Resta in vigore l’accordo per l’eventuale ricorso agli ammortizzatori sociali e poi gli incontri di settembre dove torneremo sulla ventilata ipotesi di vendita», concludono i sindacati.