JESI – Avventurarsi tra gli spazi della ex filanda Girolimini è come entrare in un altro mondo, una dimensione al limite dell’umano. Eppure siamo a due passi dal centro, siamo in città.
Lo sanno bene i residenti che vi abitano intorno, che proprio ieri hanno fatto sentire ancora una volta la loro voce, invocando una soluzione nel breve periodo al di là di quella contemplata dal piano di recupero per la riqualificazione che, dopo un avvio procedurale molto veloce, sembra aver rallentato.
Quel perimetro tra via Roma, via Asiago, parco del Vallato e percorso Pallavicino è diventato nel tempo un contenitore di strutture edili pericolanti, di amianto che si propaga dal rivestimento dei tetti, un ricettacolo di rifiuti, un coacervo di vegetazione incolta rifugio non solo di disperati senza tempo e senza tetto ma anche di animali. Topi soprattutto.
«Che, ovviamente, non si fanno remore a venirsene anche nei nostri giardini, negli spazi delle nostre abitazioni».
«Dalle finestre possiamo vedere tutto – spiega chi abita intorno -, l’altra mattina, venerdì, c’era anche della biancheria intima stesa su un filo. Chi non sa dove andare per trovare un rifugio viene qui, soprattutto d’inverno. Un continuo via vai».
Non c’è niente, però, nell’ex filanda. L’unica cosa esistente davvero è il costante pericolo di crolli, come evidenziano anche gli avvisi apposti. Manca l’acqua, manca l’elettricità, manca tutto. Igiene zero, sporcizia, degrado e rifiuti sparsi dentro e fuori.
E quando fa freddo è anche un problema riscaldarsi. Lo sanno bene i Vigili del Fuoco che sono intervenuti diverse volte per spegnere incendi.
Scarpe abbandonate, maglie, bottiglie, indumenti, buste, è difficile fare un elenco. Ai piani bassi, tra le persiane aperte su stanze fatiscenti, reti e materassi lerci, qualche arredo.
Un mondo a parte, un “terzo mondo” sulla porta di casa, che continua a vivere, nonostante tutto. E a convivere con i vicini residenti non rassegnati a far valere le loro ragioni, che parlano di sicurezza, di prevenzione sanitaria, di salute minacciata.
«Il vento di questi giorni ha fatto cadere un pezzo di rivestimento di amianto, si vede ancora il buco lasciato sulla struttura di un garage. Non è possibile continuare così…».
Inoltre, «chi “abita” qui rischia tanto, convive col pericolo di crolli. Ma ci sono pure i ragazzini, soprattutto d’estate, che vengono per la “bravata“».
Non solo, perché «non è infrequente vederci anche studenti che invece di andare a scuola si fermano all’interno».
Anche perché, nonostante i divieti, in questa proprietà privata è facilissimo entrare. Anzi, è più difficile non farlo.